martedì 24 marzo 2009

PROGRAMMA APERTO

PERCHE’ UNA LISTA , PERCHE’ DI SINISTRA E ROSSOVERDE


Molti si chiederanno il perché di questa lista, se davvero ci fossero i presupposti per aggiungere altri elementi ingarbugliati ad una situazione cittadina che già di per se appare poco chiara e molto frammentata. Noi crediamo di si e ne spiegheremo i motivi nelle prossime righe.
Cinque anni fa Rifondazione Comunista insieme ad alcuni compagni che scelsero il nome di Sinistra per Prato Viva decisero che era giunto il momento di rompere quel muro di omertà e compiacenze che si era radicato nella nostra città denunciando un patto fra poteri forti e alcune componenti della vita politica cittadina. La prova lampante di questo strano connubio trasversale è che non esiste una vera e qualificata opposizione a questo governo cittadino, visto che la destra impersonificata con tanti e tanti industriali vede garantito, da questa classe politica, il proprio personalissimo secondo “ Sacco di Prato “. Perché mai dovrebbero cambiare ci chiediamo.
Sinceramente rispetto a cinque anni fa niente è cambiato di quella situazione, anzi crediamo che le cose siano notevolmente peggiorate complice anche la grave crisi economica che attanaglia la città e che non da ne futuro ne garanzie prossime affinché gli operai, i disoccupati, i precari e gli studenti possano guardare al futuro con un pò di ottimismo. Per questo, sinceramente, non capiamo la scelta di quei compagni che cinque anni fa iniziarono questo percorso ed oggi “primarieggiano” insieme a coloro che avevano messo sul banco degli imputati.
Sono problemi loro, ne risponderanno ai cittadini e con molta franchezza diciamo che in questo momento poco ci interessa.
Era il 1292 ed il potere cittadino era detenuto da poche facoltose persone detti magnati. Il popolo esasperato dalle insostenibili condizioni di vita si ribellò e mise in condizioni i magnati stessi di non nuocere più, venne adottato un vessillo emblematico per celebrare la rinnovata concordia fra le parti. Lo stesso vessillo che possiamo ammirare proprio negli affreschi del salone consiliare che raffigura un lupo (i magnati) ed un agnello (i popolani) che mangiano nella stessa coppa (la raffigurazione della città) sovrastati da una spada che simboleggia la giustizia. Crediamo che oggi come mai quel simbolo del passato debba tornare presente ed attuale.
Negli anni passati una intera generazione di industriali ha prodotto ricchezza ed occupazione nella nostra città. La generazione successiva invece ha prodotto danni incalcolabili. Fino a quando hanno potuto si sono permessi di pagare i tessitori sottotariffa, dopodiché non hanno trovato di meglio che delocalizzare le loro aziende oppure addirittura chiuderle affittando i capannoni alla nuova manodopera straniera che prendeva campo in città, lungimiranti affaristi, poi, hanno cominciato a costruire, ed è qua che le amministrazioni comunali hanno fallito, senza mai dare niente in cambio alla città salvo rarissime eccezioni. Plaudiamo quegli imprenditori che hanno saputo rinnovarsi e dare lustro e lavoro alla nostra città, alla nostra popolazione, tuttavia questi illuminati si possono contare solo sulle dita delle due mani. Gli altri hanno chiesto aiuti, ricevuto incentivi, e poi si sono dileguati tant’è che anche di recente proprio uno di loro ha puntato il dito verso questo malcostume dei propri colleghi. A questo scempio dobbiamo avere il coraggio di dire basta. Crediamo opportuno premiare invece chi fa impresa sfruttando le nuove tecnologie, chi fa ricerca dando lavoro ai propri concittadini e permettendo a Prato di primeggiare o quantomeno competere con altre realtà italiane, europee e mondiali. Queste aziende vanno incentivate dando loro la possibilità di promuovere i propri prodotti alle fiere di tutto il mondo. Crediamo inoltre che l’unica via di uscita sia la cooperazione fra i cittadini. Sosteniamo con forza quell’idea che qualche hanno fa portò i cittadini di Pedavena a consorziarsi e salvare la fabbrica che produce l’omonima birra mantenendo così i posti di lavoro, rilanciando il marchio e gestendo direttamente l’azienda che attualmente va a gonfie vele. La stessa cosa è successa per la Brenta di Avezzano. Esempi come questi in Italia ci sono e crediamo che sia l’unico modo affinché l’interesse di un singolo non prevalga sull’interesse di molti. Anche in questo caso una amministrazione comunale lungimirante ed attenta potrebbe dare incentivi ed aiuti alla popolazione attraverso tutte quelle reti che stanno nascendo o sono già nate e che parlano di agricoltura biologica, tipica e didattica, della cura e del restauro del territorio e della città, del mutuo soccorso, della produzione e gestione di servizi ambientali, sociali, culturali; nell’artigianato, nel commercio equo, nella finanza etica, nel turismo responsabile, nellaproduzione di informazione, di cultura, ecc..
Altro settore di intervento è sicuramente quello del turismo e della cultura.
Riteniamo di fondamentale e strategica importanza questi due settori anche in prospettiva occupazionale. Grandi investimenti dovranno essere convogliati sulla zona archeologica di Gonfienti per far si che si completino i lavori di scavo della città etrusca in modo che si apra prima possibile un museo e la città stessa possa essere fruibile a tutti, così come vanno riportate alla luce tutte quelle opere presenti nella nostra città, ad esempio tutta la rete di gallerie e tunnel che sono nel sottosuolo del centro storico, affinché Prato diventi città appetibile anche sotto il punto di vista turistico. Il restauro degli affreschi del Lippi nella basilica del Duomo ne è l’esempio lampante. Manchester, Bilbao e tutte le grandi città industriali hanno vissuto prima di noi lo spettro della disoccupazione e della decadenza, si sono risollevate grazie a interventi sostanziosi anche nel campo della cultura. Pensiamo a Bilbao. Abbiamo uno splendido piazzale che fa da ingresso al museo del Tessuto, l’anfiteatro del museo Pecci ma anche il piazzale dell’università presso Porta al Serraglio e non ultime le splendide piazze del nostro centro storico. Crediamo che sia giunta l’ora che debbano cominciare a vivere, a pulsare, ad impregnarsi di iniziative locali, nazionali ed internazionali che riportino i pratesi a rivivere la propria città ed i turisti a fruire della stessa.
Deve rinascere il Comitato Fiera che nella metà degli anni settanta seppe imprimere con forza la partecipazione dei pratesi alla vita cittadina nel mese di settembre, la sostanziale differenza dovrà essere quella che non basterà fare iniziative per un mese ma per tutto l’anno. Questo comitato dovrà avere la partecipazione attiva di tutte le associazioni pratesi ma anche delle eccellenze cittadine dello sport, dello spettacolo e della cultura.
La partecipazione alle scelte strategiche sulla città da parte dei cittadini è per noi argomento di vitale importanza, Intendiamo coinvolgere in varie forme tutto il tessuto sociale della nostra città a partire dall’associazionismo, dai comitati cittadini ed a tutte quelle forme di organizzazioni presenti sul territorio che vogliano far si che si crei un percorso condiviso fra l’amministrazione comunale ed i cittadini stessi. E’ nostra intenzione istituire un organo aperto a tutta la popolazione che non sia solo consultivo ma anche deliberativo. Crediamo sia giunto il momento che i cittadini intervengano direttamente nelle questioni, in tutto l’arco di una legislatura e non solo quando vengono chiamati al voto per le elezioni.
La questione ambientale è e sarà il tema fondante del nostro presente e del nostro futuro. Un futuro che passa verso uno sviluppo eco-sostenibile del nostro territorio, che sia capace di dare forza-lavoro e che migliori la qualità della vita della popolazione. Diciamo basta alla cementificazione selvaggia che ha caratterizzato Prato negli ultimi decenni. Occorre organizzare un efficace sistema di raccolta differenziata dei rifiuti e conseguentemente scongiurare la presenza sul nostro territorio di inceneritori o rigassificatori.
Strettamente legata a ciò inseriamo l’urbanistica. Siamo arrivati ad un punto critico per quanto riguarda questo tema. Troppe costruzioni, troppo poche infrastrutture collegate, sempre meno verde. Crediamo opportuno fermare quello che definiamo lo scempio più grosso perpetrato nella nostra città che ha avuto con la costruzione della multisala, nella zona ovest, la ciliegina di una torta che in troppo pochi si sono spartiti. Non diciamo un no pregiudiziale alla costruzione del polo espositivo all’ex Banci ma dobbiamo essere estremamente chiari e sicuri di quale contenitore dovrà diventare quella struttura, le modalità gestionali e l’indotto che porterà alla nostra città. Fare un polo espositivo ( quando tante esperienze di questo genere sono in stato di fallimento in quasi tutta l’Italia ) su basi poco certe ci trova nettamente contrari e comunque dovrà essere un passo che richiederà il massimo coinvolgimento della città e una grande forma partecipativa della popolazione in linea con quanto detto poco sopra in merito alle scelte strategiche.
La cultura come veicolo di rinascita. Crediamo che sia di fondamentale importanza che la gente ricominci ad uscire di casa. Lo abbiamo già detto in precedenza. Dobbiamo riuscire a sconfiggere la logica della televisione mercificata e degli esempi negativi di successo ad ogni costo. Intendiamo promuovere e sostenere tutte quelle iniziative che andranno contro questa logica. Free source, telestreet e radiostreet, un più facile accesso alle tecnologie informatiche, all’autoproduzione dell’informazione e tutte quelle iniziative che serviranno per dare espressione alle comunità, dal centro cittadino alle periferie, tutti si devono sentire coinvolti in un progetto/processo di città diversa, una città possibile, una città che cambia. Una città che passa da città grande a grande città.

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