giovedì 18 giugno 2009

Riqualifichiamo il Macrolotto Zero, ma il Town Meeting rimane una esperienza da superare

Comunicato stampa

Sulle ipotesi di riqualificazione dell'area del Macrolotto Zero illustrate da Carlesi e Gestri, intervengono Renzo Bellandi e Lanfranco Nosi, ex candidati di Sinistra RossoVerde a sindaco e presidente della Provincia."Si alla riqualificazione di una parte importante della città" inizia Bellandi "ma gli strumenti devono essere adeguati, L'affidarsi al solo meccanismo perequativo come motore principale potrebbe produrre infatti sia un complessivo aumento dell'edificato, sia un ulteriore consumo di suolo che Prato, oggi, non può permettersi, garantendo inoltre ulteriori possibilità speculative nell'ambito dell'edilizia residenziale ed industriale." Bellandi continua, ipotizzando nuove soluzioni: "Potremmo puntare sull'articolazione di politiche fiscali ad hoc, sia per la dismissione degli immobili sia per l'insediamento di nuove attività, così come bilanciare con un contributo economico una sostanziale riduzione del diritto edificatorio, ad esempio."
Sul tema della partecipazione, e dei riferimenti al Town Meeting, interviene Lanfranco Nosi: "Certo, non è incoraggiante pensare che la discutibile esperienza del Town Meeting, già oggetto di critiche di tanti comitati e associazioni, possa essere presa come riferimento di un progetto di riqualificazione dell'area. Che comunque non è stato certo oggetto della deliberazione! Il dibattito sul Macrolotto Zero dovrebbe, a nostro parere, costituire anche un punto di ripartenza per costruire efficaci processi partecipativi. E ben venga, in questa prospettiva, l'intenzione di Massimo Carlesi di costruire questo progetto pezzo per pezzo insieme ai cittadini, aggiungiamo noi anche con la comunità cinese."

domenica 14 giugno 2009

Appello al voto. Ma non parliamo di alleanze!

comunicato stampa

Appello al voto. Ma non parliamo di alleanze!


Un appello agli elettori di Sinistra RossoVerde a sostegno dei candidati del centrosinistra al prossimo ballottaggio per la provincia e il comune di Prato, ma ribadendo la propria autonomia e la critica alle precedenti amministrazioni. Questo quanto emerso dopo gli incontri avvenuti nei giorni scorsi tra Renzo Bellandi e Massimo Carlesi, e Lanfranco Nosi con Lamberto Gestri per la provincia.
“Abbiamo apprezzato lo spirito di apertura e il confronto schietto su molti punti del nostro programma, trovando anche convergenze inaspettate, come sul punto fondamentale per noi dell’eliminazione delle graduatorie per gli asili nido” - commenta Renzo Bellandi – “oltre ad una volontà di marcare delle discontinuità rispetto alle precedenti amministrazioni. Per questo abbiamo deciso di appoggiare, per il comune, il candidato Carlesi, non la coalizione”
“L’appoggio a Gestri”, interviene Lanfranco Nosi, “è maturato in una cornice più complessa, ma la disponibilità al dialogo e l’impegno dichiarato su alcuni punti per noi importanti hanno sicuramente pesato in positivo.”
“Non possiamo infatti dimenticare che se oggi la città rischia di cadere nelle mani della destra, oltre a fattori di crisi globale, la responsabilità è anche di scelte e di modalità di gestione delle passate amministrazioni” – continua Nosi – “e la nostra critica non viene meno. Anzi, prendendoci la responsabilità di chiedere ai nostri elettori di votare per Massimo Carlesi e Lamberto Gestri, ribadiamo la nostra autonomia e diciamo sin da subito che verificheremo costantemente la coerenza tra parole e fatti”
“Per certo, nel contesto politico che si è venuto a creare a Prato, dove non siamo riusciti a costruire una opposizione di sinistra, civica ed ecologista”, puntualizza Bellandi, “dobbiamo anche considerare la necessità di non consentire a questo centrodestra, dal quale non ci possiamo aspettare niente di buono, di governare il territorio pratese: anche per questo, chiediamo ai nostri sostenitori questo voto!”

venerdì 5 giugno 2009

Sintesi del programma amministrativo per le elezioni comunali


Negli anni passati una intera generazione di industriali ha prodotto ricchezza ed occupazione nella nostra città. La generazione successiva invece ha prodotto danni incalcolabili. Fino a quando hanno potuto si sono permessi di pagare i tessitori sottotariffa, creando quella guerra tra terzisti e piccole aziende artigiane che ha prodotto innumerevoli danni, dopodiché non hanno trovato di meglio che delocalizzare le loro aziende oppure addirittura chiuderle affittando i capannoni alla nuova manodopera straniera che prendeva campo in città.
Lungimiranti affaristi, poi, hanno cominciato a costruire, ed è qua che le amministrazioni comunali hanno fallito, senza mai dare niente in cambio alla città salvo rarissime eccezioni.
Plaudiamo quegli imprenditori che hanno invece saputo rinnovarsi e dare lustro e lavoro alla nostra città, alla nostra popolazione, tuttavia questi illuminati si possono contare solo sulle dita delle due mani. Gli altri hanno chiesto aiuti, ricevuto incentivi, e poi si sono dileguati, tant’è che anche di recente proprio uno di loro ha puntato il dito verso questo malcostume dei propri colleghi.
A questo scempio dobbiamo avere il coraggio di dire basta. Crediamo opportuno premiare invece chi fa impresa sfruttando le nuove tecnologie, chi fa ricerca dando lavoro ai propri concittadini e permettendo a Prato di primeggiare o quantomeno competere con altre realtà italiane, europee e mondiali. Queste aziende vanno incentivate dando loro la possibilità di promuovere i propri prodotti alle fiere di tutto il mondo.
Crediamo inoltre che l’unica via di uscita sia la cooperazione fra i cittadini. Sosteniamo con forza quella idea che qualche hanno fa portò i cittadini di Pedavena a consorziarsi e salvare la fabbrica che produce l’omonima birra mantenendo così i posti di lavoro, rilanciando il marchio e gestendo direttamente l’azienda che attualmente va a gonfie vele. La stessa cosa è successa per la Brenta di Avezzano. Esempi come questi in Italia ci sono e crediamo che sia l’unico modo affinché l’interesse di un singolo non prevalga sull’interesse di molti. Anche in questo caso una amministrazione comunale lungimirante ed attenta potrebbe dare incentivi ed aiuti alla popolazione attraverso tutte quelle reti che stanno nascendo o sono già nate e che parlano di agricoltura biologica, tipica e didattica, della cura e del restauro del territorio e della città, del mutuo soccorso, della produzione e gestione di servizi ambientali, sociali, culturali; nell’artigianato, nel commercio equo, nella finanza etica, nel turismo responsabile, nella produzione di informazione, di cultura, etc.
Altro settore di intervento è sicuramente quello del turismo e della cultura.
Riteniamo di fondamentale e strategica importanza questi due settori anche in prospettiva occupazionale.
Grandi investimenti dovranno essere convogliati sulla zona archeologica di Gonfienti per far si che si completino i lavori di scavo della città etrusca in modo che si apra prima possibile un museo e la città stessa possa essere fruibile a tutti, così come vanno riportate alla luce tutte quelle opere presenti nella nostra città, ad esempio tutta la rete di gallerie e tunnel che sono nel sottosuolo del centro storico, affinché Prato diventi città appetibile anche sotto il punto di vista turistico. Il restauro degli affreschi del Lippi nella basilica del Duomo ne è l’esempio lampante.
Manchester, Bilbao e tutte le grandi città industriali hanno vissuto prima di noi lo spettro della disoccupazione e della decadenza, si sono risollevate grazie a interventi sostanziosi anche nel campo della cultura.
Abbiamo uno splendido piazzale che fa da ingresso al museo del Tessuto, l’anfiteatro del museo Pecci ma anche il piazzale dell’università presso Porta al Serraglio e non ultime le splendide piazze del nostro centro storico. Crediamo che sia giunta l’ora che debbano cominciare a vivere, a pulsare, ad impregnarsi di iniziative locali, nazionali ed internazionali che riportino i pratesi a rivivere la propria città ed i turisti a fruire della stessa.

La partecipazione alle scelte strategiche sulla città da parte dei cittadini è per noi argomento di vitale importanza. Intendiamo coinvolgere in varie forme tutto il tessuto sociale della nostra città a partire dall’associazionismo, dai comitati cittadini ed a tutte quelle forme di organizzazioni presenti sul territorio che vogliano far si che si crei un percorso condiviso fra l’amministrazione comunale ed i cittadini stessi. E’ nostra intenzione istituire un organo aperto a tutta la popolazione che non sia solo consultivo ma anche deliberativo. Crediamo sia giunto il momento che i cittadini intervengano direttamente nelle questioni, in tutto l’arco di una legislatura e non solo quando vengono chiamati al voto per le elezioni.

La questione ambientale è e sarà il tema fondante del nostro presente e del nostro futuro. Un futuro che passa verso uno sviluppo eco-sostenibile del nostro territorio, che sia capace di dare forza-lavoro e che migliori la qualità della vita della popolazione. Diciamo basta alla cementificazione selvaggia che ha caratterizzato Prato negli ultimi decenni. Occorre organizzare un efficace sistema di raccolta differenziata dei rifiuti e conseguentemente scongiurare la presenza sul nostro territorio di inceneritori o rigassificatori.

Strettamente legata a ciò inseriamo l’urbanistica. Siamo arrivati ad un punto critico per quanto riguarda questo tema. Troppe costruzioni, troppo poche infrastrutture collegate, sempre meno verde. Crediamo opportuno fermare quello che definiamo lo scempio più grosso perpetrato nella nostra città che ha avuto con la costruzione della Multisala, nella zona ovest, la ciliegina di una torta che in troppo pochi si sono spartiti.
Non diciamo un no pregiudiziale alla costruzione del polo espositivo all’ex Banci ma dobbiamo essere estremamente chiari e sicuri di quale contenitore dovrà diventare quella struttura, le modalità gestionali e l’indotto che porterà alla nostra città. Fare un polo espositivo ( quando tante esperienze di questo genere sono in stato di fallimento in quasi tutta l’Italia ) su basi poco certe ci trova nettamente contrari e comunque dovrà essere un passo che richiederà il massimo coinvolgimento della città e una grande forma partecipativa della popolazione in linea con quanto detto poco sopra in merito alle scelte strategiche.

La cultura come veicolo di rinascita. Crediamo che sia di fondamentale importanza che la gente ricominci ad uscire di casa. Dobbiamo riuscire a sconfiggere la logica della televisione mercificata e degli esempi negativi di successo ad ogni costo. Intendiamo promuovere e sostenere tutte quelle iniziative che andranno contro questa logica. Free source, telestreet e radiostreet, un più facile accesso alle tecnologie informatiche, all’autoproduzione dell’informazione e tutte quelle iniziative che serviranno per dare espressione alle comunità, dal centro cittadino alle periferie, tutti si devono sentire coinvolti in un progetto/processo di città diversa, una città possibile, una città che cambia.

Una città che passa da città grande a grande città.

Il nostro programma si centra verso cinque punti che riteniamo imprescindibili per il risanamento della nostra città.
Essi sono:

1) questione morale, etica e trasparenza.

2) lotta alla disoccupazione attraverso la riqualificazione del territorio, la ricerca e lo sviluppo.

3) sicurezza. Diritti e doveri dei cittadini.

4) urbanistica e ambiente.

5) riqualificazione del centro storico e delle periferie.


1) Riteniamo fondamentale, in un periodo ove si sente in maniera pressante il distacco fra i cittadini e le istituzioni, riprendere e dare fiducia alla popolazione attraverso candidature e programmi che siano credibili o meglio che non siano frutto di spartizioni fra pochi. Troppo spesso, anche in passato, si e’ assistito ad una sorta di gioco delle tre carte dove una classe politica e’ stata spostata da una collocazione all’altra facendo si che l’amministratore diventi una professione. La politica non e’ un lavoro!!! Quello che facciamo lo facciamo per passione, per amore della nostra città e perché ci sentiamo di dare un contributo fondamentale alla risoluzione dei problemi della città. Quando finiremo il nostro mandato ce ne torneremo tutti ai nostri lavori di origine con umiltà e senso di responsabilità verso la cittadinanza.

2) In questo momento di drammatica crisi economica mondiale la nostra città è ancora più colpita :il settore tessile che per anni e anni era stato il fulcro trainante della nostra economia adesso è in ginocchio. Crediamo non servano a niente i vari tentativi per rianimare un moribondo se non quello di sostenere quelle aziende che investono in ricerca. Nostro dovere invece e’ quello di dare risposte concrete. Individuiamo nel settore turistico la parziale risposta alla nostra crisi. Investendo sul nostro territorio, nei siti archeologici come Gonfienti, nella rivalutazione delle opere d’arte e nella riscoperta e ristrutturazione di tutta la rete di tunnel che ci sono sotto il nostro centro storico. Nella nostra città ci sono varie eccellenze, pensiamo a quelle nella medicina, compito nostro e quello della città tutta sostenerle ed incentivarle attraverso strutture e contributi che possano far si che i “cervelli” della nostra città non siano costretti ad emigrare altrove.

3) La lotta all’illegalità deve essere accentuata. Pensiamo che non basti solo agire contro chi “viene”. Prato in passato e’ stata città campione di accoglienza. Lo deve rimanere. Tuttavia va combattuto tutto ciò che non e’ legale e quindi potenziamento delle attività delle forze dell’ordine e della polizia municipale ma anche controlli rigorosi e inflessibili verso chi si arricchisce sulle spalle della comunità inserendo anche misure drastiche verso quei soggetti che evadono il fisco, per esempio affittando al nero le proprie abitazioni o magazzini.

4) Proponiamo il Patto Urbanistica Zero. Non piu’ un granello di cemento dovrà cadere sul nostro suolo negli anni a venire. Le uniche concessioni dovranno essere rivolte verso il cosiddetto “conservativo”. E’ inammissibile che si continui a costruire su un territorio che per mq. E’ il più piccolo della toscana e in cui si fanno sempre più difficili le condizioni per le opere di urbanizzazione sul nuovo.

Ulteriore impegno verso la raccolta differenziata in modo da scongiurare malsane idee verso chi vuole inceneritori, termovalorizzatori o quanto altro leda alla salute dei cittadini.

5) Vogliamo fortemente che i cittadini pratesi si riapproprino della loro città. E’ impensabile che il centro storico, che dovrebbe essere il buon biglietto da visita agli occhi del turista, stia lentamente morendo a causa della mancanza di “vita pubblica”, iniziative e coesione sociale.
Lo stesso discorso vale per le periferie sempre più asfittiche, vuote di contenuti e ridotte solo a meri quartieri dormitori. L’unica risposta plausibile e’ la cultura del fare e del proporre. In questo caso l’associazionismo pratese e l’amministrazione comunale si devono fare carico di promuovere eventi che riportino fuori dalle proprie case la gente, i proprietari dei fondi del centro storico dovranno cercare di calmierare gli affitti per far si che si ricominci a usufruire appieno di questi nostri spazi cittadini.
Deve rinascere il Comitato Fiera che nella metà degli anni settanta seppe imprimere con forza la partecipazione dei pratesi alla vita cittadina nel mese di settembre, la sostanziale differenza dovrà essere quella che non basterà fare iniziative per un mese ma per tutto l’anno. Questo comitato dovrà avere la partecipazione attiva di tutte le associazioni pratesi ma anche delle eccellenze cittadine dello sport, dello spettacolo e della cultura.
Lo stesso spazio culturale, Officina Giovani, di Piazza dei Macelli deve avere uno sviluppo ulteriore per permettere ai nostri giovani di fruire appieno delle potenzialità dello stesso. Grandi spazi dovranno essere concessi alle compagnie teatrali cittadine, gruppi musicali e scuola di musical ma anche a tutti quei soggetti che lottano e si affermano nella nostra città affinché venga debilitato quel senso di disagio ormai latente verso tutta la popolazione.

Sintesi del programma amministrativo per le elezioni provinciali


CULTURA/CULTURE
La cultura e la produzione di cultura devono assumere un ruolo centrale nel futuro della provincia!
Creazione di una vera rete – che non rimanga sulla carta o nell’archivio delle buone idee mai realizzate - del patrimonio ambientale, artistico, culturale ed archeologico della provincia, partendo da una prioritaria valorizzazione dell’esistente, in particolare con la creazione del Parco Archeologico della Civiltà etrusca – in tempi certi – che veda al centro il recupero della città etrusca di Gonfienti (e non il suo sotterramento)
La provincia di Prato ha l’occasione di diventare un vero laboratorio di livello europeo sulle politiche per la multiculturalità, partendo dalla sua tradizione di accoglienza.
Realizzazione di un Centro di Cultura Sinica, sul modello dell’Istituto del Mondo Arabo di Parigi, in stretta collaborazione con la grande comunità cinese residente a Prato e provincia e coinvolgendo istituzioni culturali, politiche e sociali, che coniughi alta formazione universitaria –anche in collaborazione con atenei cinesi – e creazione di spazio culturali condivisi.
Al fine di mettere in campo politiche atte alla realizzazione di un vero tessuto sociale multiculturale – oggi più che mai necessario a fronte di una multiculturalità di fatto che è affrontata come problema, piuttosto che come risorsa - è necessaria sia una riorganizzazione complessiva delle aree funzionali della struttura amministrativa provinciale, sia una rivisitazione e ristrutturazione delle iniziative sino ad oggi intraprese. Per questo, si propone l’istituzione, attraverso l’accorpamento di deleghe specifiche, di un assessorato alla multiculturalità che abbia il compito non solo di creare quella rete di servizi necessari per l’accoglienza e lo sviluppo della cittadinanza immigrata, ma contemporaneamente di realizzare politiche di mediazione interculturale nei confronti dei cittadini autoctoni, in stretta collaborazione con le amministrazioni comunali.

POLITICHE PER LA PERSONA E PER IL CITTADINO
Piena applicazione dei principi della legge regionale 41/2005 sul Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale:
a) rispetto della libertà e dignità della persona; b) garanzia dell'uguaglianza, delle pari opportunità rispetto a condizioni sociali e stati di bisogno differenti, valorizzazione della differenza di genere; c) valorizzazione delle capacità e delle risorse della persona; d) perseguimento della possibilità di scelta tra le prestazioni erogabili; e) adeguatezza, appropriatezza e personalizzazione degli interventi; f) prevenzione e rimozione delle condizioni di disagio sociale; g) sostegno all'autonomia delle persone disabili e non autosufficienti; h) valorizzazione e sostegno del ruolo peculiare delle famiglie quali luoghi privilegiati per la crescita, lo sviluppo e la cura della persona; i) partecipazione attiva dei cittadini singoli o associati, nell'ambito dei principi di solidarietà e di autoorganizzazione anche mediante processi partecipativi ai sensi della legge regionale 27 dicembre 2007, n.69 (Norme sulla promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali); (10)j) sviluppo e qualificazione degli interventi e dei servizi e valorizzazione delle professioni sociali
Non possiamo garantire lavoro, ma possiamo promuovere la tutela del reddito. In particolare, la Provincia dovrà essere capofila della realizzazione dello strumento del Minimo Sociale Garantito (o “reddito di esistenza”), con l’obiettivo di garantire un sostegno permanente al reddito alla persona, a prescindere dallo status occupazionale. Una commissione di esperti dovrà progettare, oltre ad uno schema di coordinamento delle politiche sociali dei comuni, le politiche di bilancio e le leve finanziarie utilizzabili in proprio dall’amministrazione provinciale, inclusa la creazione di un sistema di moneta complementare sul livello provinciale (prendendo come modello il sistema dello SCEC, o “Solidarietà ChE Cammina”).
Trasparenza, partecipazione e cittadinanza attiva. Crediamo fortemente nella partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e alla condivisione delle scelte strategiche per il territorio e per la vita di tutti. Dobbiamo però constatare l’inefficacia della cosiddetta “Agenda 21” nell’avvicinare il semplice cittadino all’attività dell’ente provinciale, ed è necessario quindi ripensare alle modalità e agli strumenti per poter favorire veri processi partecipativi. A partire dall’introduzione del bilancio partecipativo, la Provincia dovrà quindi dotarsi di una serie di istituti (a partire dal referendum deliberativo, fino a forme di attivazione permanente della cittadinanza) che dovranno essere riassunti in un vero e proprio Patto di Cittadinanza Attiva, una sorta di “costituzione” che individui con precisione gli ambiti e gli strumenti possibili per la partecipazione, e al contempo impegni l’amministrazione nel seguire le deliberazioni della cittadinanza.
Ma dato che base di ogni processo partecipativo che si voglia definire tale è individuabile nell’accesso alle informazioni e nella comunicazione corretta, prioritario è un forte investimento sia per rendere completamente trasparente l’attività dell’ente, sia per poter dar voce a tutte le problematiche che il territorio può esprimere. Dato l’avvento del digitale terrestre, e delle possibilità offerte dallo strumento, è possibile la realizzazione di una “Citizen TV” interattiva che non sia espressione dell’amministrazione, ma che possa essere utilizzata sia per reperire informazioni, sia per promuovere il confronto tra idee diverse sullo sviluppo della provincia.

POLITICHE DELLA PACE E DELLA COOPERAZIONE
Nel solco della tradizione pacifista espressa nel tempo dalla Toscana e dalla sua popolazione, proponiamo l’adesione formale della Provincia di Prato alla prossima Marcia Mondiale per la Pace promossa dal Movimento Umanista – che si terrà dal 2 ottobre del 2009 al 2 gennaio del 2010.
Prato e l’Europa. Siamo fermamente convinti che le comunità locali possono essere il motore trainante per il rilancio del processo di integrazione europea in chiave federalista. Per questo, obiettivo della prossima amministrazione sarà quello di coinvolgere i vari livelli di governo del territorio in Europa in una iniziativa di “Costituente” dal basso della Federazione Europea, da tenersi a Prato.
Nel campo della cooperazione internazionale, il rafforzamento delle relazioni istituzionali con la Repubblica Popolare Cinese, anche attraverso le relazioni creabili in collaborazione con la comunità cinese residente, deve essere prioritario, nell’ottica della creazione di nuove opportunità di crescita e comprensione reciproca.

POLITICHE PER IL TERRITORIO E L’AMBIENTE
Adesione alla Strategia Rifiuti Zero. In quest’ottica, si ribadisce un “no” deciso non solo alla costruzione dell’inceneritore nella zona del Calice, ma anche l’adesione a qualsiasi protocollo di gestione del ciclo dei rifiuti che preveda l’incenerimento tra le fasi finali del ciclo, che si traduce in una altrettanto netta contrarietà alla costruzione dell’impianto di Case Passerini e al potenziamento dell’inceneritore di Montale. Le risorse che dovrebbero essere destinate a questi impianti – nocivi per l’ambiente e la salute delle persone – vengano dirottate sul sostegno ad una nuova filiera del riciclo e del riutilizzo, oltre che all’implementazione della raccolta differenziata spinta porta a porta su tutto il territorio provinciale (d realizzare entro il 2010) e alla messa in campo di politiche finalizzate alla riduzione della produzione dei rifiuti.
Cemento Zero. Non un granello di cemento in più deve cadere su Prato e sulla sua provincia! La devastazione del territorio causata da uno sviluppo assurdo del costruito impone una scelta decisa verso lo “stop” al consumo di nuovo territorio e verso il recupero di aree importanti dello stesso al “verde”, come ad esempio sarebbe necessario ipotizzare nel fondovalle in Valbisenzio – territorio particolarmente compromesso dall’edilizia industriale ed abitativa. Il prossimo Piano Territoriale di Coordinamento dovrà prevedere, in questo senso, limiti e strumenti normativi molto precisi e severi.
Creazione di un “Sistema Integrato di Parchi”, che – partendo dalle ipotesi in campo di Parco agricolo e del Parco Archeologico – venga prima di tutto integrato con la costituzione di un grande Parco Naturale dell’Appennino e della Valbisenzio, includente le aree della Calvana e del Monteferrato, superando così il sistema delle Aree Naturali protette. Il Sistema dei parchi dovrebbe inoltre prevedere la creazione di “corridoi” ambientali e paesaggistici – anche attraverso gli altri due parchi – che consentano un collegamento naturale fino alle zone di Pietramarina e Artimino.
Energie alternative, prima di tutto! Perché è prioritario investire sulle fonti rinnovabili, favorendone non solo l’adozione ma anche gli investimenti nella ricerca e nel miglioramento tecnologico, ma senza dimenticare che è ancora più fondamentale ri-creare una cultura “a basso consumo energetico”, oltre che individuare le soluzioni migliori nel rispetto del territorio e del paesaggio.
Infrastrutture? Si, ma utili, e nel rispetto dell’ambiente. La situazione dell’area metropolitana richiede qualcosa di più che la progettazione estemporanea di tramvie e terze corsie, per migliorare la mobilità della zona. In questo senso, sarebbe sicuramente opportuno ipotizzare uno sviluppo “reticolare” dei sistemi di trasporto pubblico locale, al fine di potenziare non solo il collegamento “ovest-est”, verso Firenze, ma anche – e soprattutto – il sistema nord/sud, che risulta fortemente penalizzato. Qualsiasi progetto non può però prescindere da una seria valutazione dell’impatto ambientale di ogni intervento. Si tratta infatti di andare ad operare su un territorio già fortemente compromesso dalle scellerate politiche degli ultimi decessi, e che non può permettersi ulteriori errori!

POLITICHE ECONOMICHE E DEL LAVORO
Negli anni passati una intera generazione di industriali ha prodotto ricchezza ed occupazione nella nostra città. La generazione successiva invece ha prodotto danni incalcolabili. Dalla delocalizzazione dei settori produttivi, passando per lo strangolamento sistematico del settore artigiano, in particolare dei contoterzisti, fino alla mera speculazione edilizia – dall’affitto dei capannoni alle “riconversioni”, privilegiando i meccanismi della rendita piuttosto che dell’investimento.
A questo scempio dobbiamo avere il coraggio di dire basta. Crediamo opportuno premiare invece chi fa impresa sfruttando le nuove tecnologie, chi fa ricerca dando lavoro ai propri concittadini e permettendo a Prato di primeggiare o quantomeno competere con altre realtà italiane, europee e mondiali. Queste aziende vanno incentivate dando loro la possibilità di promuovere i propri prodotti alle fiere di tutto il mondo.
Uscire dal tunnel del tessile! Illudersi che Prato e il distretto possano tornare a temi d’oro del tessile non solo rischia di essere vano, ma addirittura controproducente, perché si scommette su un sistema che è in crisi da ormai un decennio e che l’attuale congiuntura economica ha solo aggravato. E’ quindi necessario iniziare seriamente ad interrogarsi su come si può “uscire da tunnel del tessile”, e ipotizzare dunque una differenziazione ed una articolazione del sistema produttivo su linee diverse dalle tradizionali.
Per certo, è necessario salvare il salvabile del tessile – inteso come qualità ed innovazione di prodotto, e di “chiusura della filiera” grazie anche ad una nuova sinergia con il “distretto manifatturiero” cinese; in secondo luogo, proprio per “vocazione storica” della città, implementare già nel breve periodo un’industria del riciclo, del riutilizzo e del recupero che possa porsi come punto di riferimento a livello nazionale nella gestione del “ciclo dei rifiuti”, con una ricaduta positiva anche sul piano ambientale (oltre che lavorativo).
Ma è necessario che si sviluppi una nuova forma di economia: per questo, è da valutare la possibilità di creare sin da subito di un circuito di moneta locale (esistono già gli esempi e le teorie, manca un’applicazione su larga scala), quindi svincolato dagli strumenti classici del credito bancario, da collegare successivamente alla riconversione di parte dell’economia distrettuale verso la produzione di beni e servizi per il consumo su scala locale – secondo modelli ecologicamente e socialmente sostenibili.
In questa ottica, grande importanza è attribuita sia alla dimensione artigianale del lavoro, sia alle forme cooperativistiche e consortili.
Per fare questo, è necessaria anche una forte struttura capace di analisi adeguate: per questo, anche per evitare inutili sprechi e sovrapposizioni, la Provincia dovrebbe puntare sulla creazione di un’unica Agenzia per l’Analisi Strategica – da collocare “in staff” all’organizzazione dell’ente provinciale - in collaborazione con le amministrazioni comunali, riorganizzando i vari centri di ricerca e di studi attualmente partecipati dall’ente.

giovedì 4 giugno 2009

“L’esercito? Si, ma di mediatori culturali e operatori sociali!”

COMUNICATO STAMPA

“L’esercito? Si, ma di mediatori culturali e operatori sociali!”

Prato, 03/06/09

"Silvio Berlusconi non trova di meglio, per i problemi di Prato e della sua provincia, che riproporre il tema della militarizzazione della città, spacciata per toccasana di tutti i mali”. Va giù duro Lanfranco Nosi, candidato alla presidenza della provincia di Prato per Sinistra RossoVerde.
“E’ una colossale bufala, da propaganda elettorale, buona solo per colpire la pancia e gli umori dei cittadini, ma che non offre né prospettive né vera sicurezza” - continua Nosi – “mentre la vera insicurezza è nel lavoro che manca, nell’impossibilità di costruirsi un futuro, nella incapacità di comunicare con gli altri.”
“Per questo” – interviene Renzo Bellandi, candidato a Sindaco – “anche noi siamo per far venire un esercito, a Prato: ma un esercito di mediatori linguistici e culturali, che possano favorire la reciproca conoscenza e l’integrazione tra le 104 etnie presenti sul territorio, un esercito di operatori sociali in grado di affrontare le nuove marginalità e i problemi delle persone e delle famiglie.”
“Dobbiamo ribellarci” – ribadisce Bellandi – “a questo modo di intendere la “sicurezza” come una questione di divise e fucili spianati per strada: questa china porta solo a dei seri pericoli per la democrazia, alimentando il circuito perverso insicurezza/repressione/restrizione dei diritti di libertà. E’ bene che, a sinistra, si dica e si senta forte un no a questa logica!”