martedì 29 dicembre 2009

Nosi: "L'assessore Arrighini mena il can per l'aia"

"L'assessore Arrighini mena il can per l'aia!"
Nosi (Sinistra RossoVerde) replica alle dichiarazioni dell'assessore: "L'eccezionalità dell'evento non diventi un comodo alibi!"

"Come avevamo previsto,l'assessore Arrighini utilizza l'eccezionalità dell'evento per evitare di dare risposte scomode." Non usa mezzi termini Lanfranco Nosi. "Il cedimento strutturale? Imprevedibile. L'evento atmosferico? Imprevedibile. Le circostanze? Imprevedibili. Eppure, è lo stesso assessore che ammette che gli argini del Calice sono vecchi, che le condizioni atmosferiche anche dei giorni precedenti possono aver contribuito, e che la zona è tra quelle a rischio di frequenti inondazioni."
"Eppure" continua Nosi "i segnali di allarme c'erano tutti! Dalle ore 16 del 24 dicembre, l'allerta meteo. Gli argini già provati dai giorni precedenti. L'impennata improvvisa sia del livello dell'Ombrone che della portata in metri cubi al secondo già prima della mezzanotte. I cittadini che hanno visto delle falle. Insomma, la zona poteva essere evacuata prima, anche giusto per sicurezza? Noi crediamo di si, che fosse necessario!"
"Ed è bene che dopo questo evento, si rifletta seriamente sul controllo e sugli interventi necessari per la messa in sicurezza del territorio: che gli argini fossero vecchi, era risaputo. E quindi, cosa si aspettava ad intervenire? Oltretutto, con un impianto di depurazione delle acque proprio in prossimità, e con il progetto di un parco fotovoltaico nell'area delle Pantanelle. Forse un evento come questo? L'assesore farebbe bene a spiegarcelo, anche solo per il fatto che è al suo secondo mandato con le stesse comptenze. Oppure può continuare a menare il can per l'aia."
Stoccate anche per l'eurodeputato Morganti. "Certo, le opere necessarie sono classificate in terza categoria, e ben sappiamo che il 50% dell'importo dovrebbe essere a carico dello Stato, secondo il TU 523/1904" chiosa Nosi "e forse sarebbe meglio che, invece che perdersi su polemiche inutili sui Consorzi di bonifica, il deputato Morganti spendesse meglio il suo tempo per chiedere al governo di stanziare adeguate risorse da destinare ad una manutenzione straordinaria lungo tutto il torrente."

lunedì 28 dicembre 2009

"Non si può scaricare tutto sull'imprevedibilità dell'evento"

Prato, 28/12/09

"Non si può scaricare tutto sull'imprevedibilità dell'evento"
Lanfranco Nosi - Sinistra Rossoverde - chiede che si faccia luce sulle responsabilità degli eventi alluvionali nella zona del Calice.

"Alla fine del can can, come al solito, si punterà sulla "imprevedibilità" dell'evento calamitoso, e tutte le responsabilità saranno state trascinate via dall'acqua: questa è la sensazione." Inizia così il suo intervento Lanfranco Nosi, ex candidato alla presidenza della provincia e tra gli animatori di Sinistra RossoVerde.
"E invece, sarà necessario mettere bene in evidenza le responsabilità politico-amministrative. Per il momento, basterebbero delle risposte a semplici ed intuitive domande. Intanto, se il sistema di protezione civile ha effettivamente funzionato, come sostiene l'assessore Mondanelli, perché nelle ricostruzioni dei protagonisti sembra emergere l'assenza di qualsiasi preallarme, in una condizione così straordinaria? Si sta parlando infatti di una zona ad elevata pericolosità idraulica e segnalata in ogni mappa tecnica "a frequente inondazione. E il servizio di sorveglianza idraulica della Provincia, in capo all'assessore Arrighini, ha effettivamente funzionato?"
"Ci sarà poi da verificare che il cedimento strutturale dell'argine sia effettivamente straordinario. Di chi era la competenza della manutenzione e degli interventi sul tratto in questione, trattandosi di opere idrauliche di terza categoria? Del Consorzio, della Provincia, del Comune? Dalle carte presenti sul server del comune di Prato, non risultano interventi progettati. Sul sito della Provincia, risultano solo interventi di competenza sugli argini di seconda categoria."
"Insomma" conclude Nosi "le domande aperte - e che devono trovare risposta nelle istituzioni e da parte degli amministratori competenti - non sono poche. E scaricare tutta la responsabilità sull'imprevedibilità dell'evento sarebbe un'offesa verso le famiglie, le aziende e le associazioni danneggiate, in secondo luogo all'intera cittadinanza."

domenica 6 dicembre 2009

"Immigrazione: la vera sfida è la costruzione della multiculturalità!"

Senza mediazione culturale, ogni iniziativa sulla gestione del fenomeno migratorio a Prato è destinata a fallire. Questa, in sintesi, la posizione di Sinistra RossoVerde, espressa nell'occasione da Lanfranco Nosi, in merito al dibattito sollevato dalla proposta della Consulta degli immigrati proposta dall'assessore Silli.
"Per quanto ci riguarda" dice Nosi "ogni proposta che vada nel senso di una maggiore partecipazione delle comunità di migranti alla vita politica e sociale della città è benvenuta, sempre che abbia risvolti positivi e non si risolva nell'ennesima scatola vuota buona solo per la propaganda."

"Il problema vero" - continua l'ex candidato alla presidenza della provincia - "è che a Prato continua a mancare quella struttura di mediazione culturale in grado di costruire il terreno comune della convivenza: l'accettazione e la valorizzazione della multuculturalità. Le amministrazioni a guida PD, ed in particolare l'assessore Frattani, hanno clamorosamente fallito in questo compito. E non bastano i festival "spot" o le scarse risorse messe in campo dalla fine del 2008 per poterlo fare!"
"In campagna elettorale avevamo proposto la creazione di un vero e proprio "esercito di mediatori linguisti e culturali", nel silenzio generale dei media" contina Nosi "Perché anche la Consulta, in questo senso, non servirà alla soluzione dei problemi legati alla quotidianità e alla mancanza di reciproca comunicazione. Che poi contribuiscono a creare e riprodurre quella "percezione" del migrante come "nemico alle porte" (o addirittura in casa) che lo stesso sindaco Cenni continua ad utilizzare tranquillamente, ogni volta che utilizza stereotipi come quello dello straniero al quale è tutto permesso."

Conclude Nosi: "Vogliamo quindi lanciare una sfida all'assessore Silli, visto che ha anche la delega alla partecipazione: intanto, invece che creare tante consulte, ognuna slegata dall'altra, e con meccanismi discutibili di selezione/nomina dei partecipanti, faccia sedere allo stesso tavolo migranti, comitati cittadini e associazioni. In seconda battuta, ristrutturi il servizio di mediazione culturale, potenziandolo ed ampliandolo. Il futuro della città non si può costruire a compartimenti stagni!"

giovedì 26 novembre 2009

"La destinazione dell'area dell'Ospedale deve essere al centro di un processo partecipativo!"

Lanfranco Nosi, ex candidato alla presidenza della provincia per Sinistra RossoVerde, interviene sulle novità riguardanti la destinazione dell'area del'Ospedale.
"La decisione del Comune di Prato, adducendo problemi di bilancio, di non procedere con l'acquisizione dell'area dell'Ospedale Misericordia e Dolce preoccupa non poco!", dichiara l'esponente ecologista "Lasciare al'intervento dei privati un'area così particolare rischia di finire, invece che in progetto di recupero e valorizzazione dell'intero complesso, con l'ennesima speculazione edilizia e l'ennesima colata di cemento, e questo è assolutamente da evitare!"
"Il futuro dell'area" - continua Nosi - "dovrebbe essere determinato all'interno di un processo partecipativo, serio e ben strutturato, anticipatore di una ripresa forte sui temi dell'urbanistica e degli scenari della città futura. Argomenti che l'attuale amministrazione sembra aver completamente dimenticato!"
"Per il momento, infatti, a parte le boutades sul Polo espositivo e - appunto - su Misericordia e Dolce, non è dato sapere che fine abbia fatto tutto il lavoro sul Piano Strutturale e perché la famosa "variante sulla Declassata" non sia stata ripresa complessivamente in esame, onde evitare producesse i suoi effetti devastanti in termini di cementificazione delle aree, in particolare nella zona del Soccorso."
"Forse la giunta e la maggioranza" conclude Nosi "sono troppo impegnate a sparare numeri a caso sull'immigrazione e  a litigare, ancora, su assessorati e quant'altro, piuttosto che pensare ai problemi della città!"

giovedì 19 novembre 2009

Gli artigiani in centro a Prato...

Comunicato stampa
"Ci fa piacere che il consigliere Soldi abbia proposto di utilizzare le vetrine dei locali commerciali sfitti del centro storico per dare un'opportunità ai giovani artisti ed artigiani pratesi. Certo, l'idea da noi lanciata alla fine di ottobre rimane decisamente più avanzata!" Così Renzo Bellandi, ex candidato a sindaco di Sinistra Rossoverde, in merito alla proposta del consigliere delegato alle Politiche Giovanili.
"E' un vero peccato che la stampa locale - tranne la pubblicazione come lettera sulle pagine del Tirreno - non abbia riservato alla nostra idea di creare una vera e propria "strada dell’artigianato" in centro, che abbiamo diffuso alla fine dello scorso ottobre, altrettanto spazio e risalto" - continua Bellandi - "visto che si proponeva di dare in comodato direttamente i locali per svolgere le attività artistiche ed artigianali, e non solo come vetrina, sempre con il contributo fondamentale del comune!"


Per qualificare il centro storico: affitti commerciali e residenziali calmierati, e non xenofobia culinaria o riapertura al traffico delle strade!

Prato, 30/10/09

“In campagna elettorale, avevamo chiaramente indicato come prioritario, per ridare vita al centro storico, puntare alla calmierazione degli affitti commerciali, proprio per evitare l’aggravarsi del declino della zona e la scomparsa degli esercizi, così come delle pochissime attività artigianali residue.” Inizia così Renzo Bellandi, ex candidato a sindaco per Sinistra Rossoverde, il suo commento alla presentazione del nuovo regolamento per le attività commerciali presentato dall’assessore Caverni.
“Invece di pensare alla “pulizia etnica” del centro storico, con pretestuose quanto ridicole regole che dovrebbero tutelare non meglio precisate “tradizioni”, meglio sarebbe che l’assessore Caverni, e l’intera giunta, si mettesse seriamente a riflettere su come rianimarlo. E mettere troppi vincoli non significa incentivare, quanto allontanare ulteriormente chi nel centro vorrebbe investire e si ritrova di fronte ad affitti insostenibili, all’assenza di politiche specifiche di promozione.” Continua Bellandi “Anche perché, e ci pare un’ovvietà, se i famosi “piccoli artigiani” avessero voluto avvicinarsi al centro storico potevano averlo già fatto. Niente, in linea teorica, glielo impediva! Vogliamo incentivarli? Bene: creiamo una vera e propria strada dell’artigianato nella “linea” che porta da via Cairoli a via Garibaldi, cedendo in comodato, con termini e vincoli precisi, ai giovani artisti, alle piccole attività artigianali, etc, locali presi in affitto direttamente dal Comune.”
“Il vero problema del centro storico, comunque” chiosa Bellandi “è la progressiva desertificazione, che si risolve solo ripopolandolo – non riducendolo alla vetrina di un centro commerciale. Quindi, partendo dalla calmierazione anche degli affitti residenziali fino alla tutela della qualità della vita degli abitanti, anche attraverso la valorizzazione ed una incentivazione delle attività commerciali “di vicinato”. Riaprire le strade al traffico, da questo punto di vista, è una involuzione notevole. Al contrario, dovrebbe essere garantita agli abitanti la maggiore “impermeabilità” possibile della ZTL, con tutti i mezzi necessari – inclusi i famosi varchi elettronici - e pensare ad una pedonalizzazione totale del triangolo piazza Mercatale-piazza Duomo-piazza del Comune.”

venerdì 30 ottobre 2009

Per qualificare il centro storico: affitti commerciali e residenziali calmierati, e non xenofobia culinaria o riapertura al traffico delle strade!

“In campagna elettorale, avevamo chiaramente indicato come prioritario, per ridare vita al centro storico, puntare alla calmierazione degli affitti commerciali, proprio per evitare l’aggravarsi del declino della zona e la scomparsa degli esercizi, così come delle pochissime attività artigianali residue.” Inizia così Renzo Bellandi, ex candidato a sindaco per Sinistra Rossoverde, il suo commento alla presentazione del nuovo regolamento per le attività commerciali presentato dall’assessore Caverni.
“Invece di pensare alla “pulizia etnica” del centro storico, con pretestuose quanto ridicole regole che dovrebbero tutelare non meglio precisate “tradizioni”, meglio sarebbe che l’assessore Caverni, e l’intera giunta, si mettesse seriamente a riflettere su come rianimarlo. E mettere troppi vincoli non significa incentivare, quanto allontanare ulteriormente chi nel centro vorrebbe investire e si ritrova di fronte ad affitti insostenibili, all’assenza di politiche specifiche di promozione.” Continua Bellandi “Anche perché, e ci pare un’ovvietà, se i famosi “piccoli artigiani” avessero voluto avvicinarsi al centro storico potevano averlo già fatto. Niente, in linea teorica, glielo impediva! Vogliamo incentivarli? Bene: creiamo una vera e propria strada dell’artigianato nella “linea” che porta da via Cairoli a via Garibaldi, cedendo in comodato, con termini e vincoli precisi, ai giovani artisti, alle piccole attività artigianali, etc, locali presi in affitto direttamente dal Comune.”
“Il vero problema del centro storico, comunque” chiosa Bellandi “è la progressiva desertificazione, che si risolve solo ripopolandolo – non riducendolo alla vetrina di un centro commerciale. Quindi, partendo dalla calmierazione anche degli affitti residenziali fino alla tutela della qualità della vita degli abitanti, anche attraverso la valorizzazione ed una incentivazione delle attività commerciali “di vicinato”. Riaprire le strade al traffico, da questo punto di vista, è una involuzione notevole. Al contrario, dovrebbe essere garantita agli abitanti la maggiore “impermeabilità” possibile della ZTL, con tutti i mezzi necessari – inclusi i famosi varchi elettronici - e pensare ad una pedonalizzazione totale del triangolo piazza Mercatale-piazza Duomo-piazza del Comune.”

mercoledì 21 ottobre 2009

"Il centrodestra al governo? Capace solo di fare promesse da marina

Comunicato stampa

"La cronaca dell'assemblea organizzata dal PDL alla Circoscrizione Sud, ed in particolare degli interventi del vicesindaco Borchi, è l'ennesima dimostrazione che il centrodestra ha fatto promesse "da marinai", in campagna elettorale, che sapeva già di non poter mantenere! o l'ora che i cittadini se ne rendano conto!"
Questo il duro commento di Renzo Bellandi, ex candidato a sindaco per Sinistra RossoVerde. "Che i finanziamenti del PIUSS fossero legati ai progetti presentati dalla precedente amministrazione era risaputo, e doveva essere ben chiaro anche ai consiglieri dell'allora minoranza. Nonostante questo, più di una volta l'attuale sindaco si era dichiarato contrario al progetto e per bloccare la realizzazione dell'intervento."
Stesso discorso per il deposito CAP. "Con un progetto esecutivo in mano, e tutte le autorizzazioni necessarie, era chiaro a tutti che non sarebbe stato così scontato bloccarne la realizzazione. Ma si è preferito adulare i comitati, piuttosto che affrontare seriamente il problema. E, sul discorso tramvia, prepariamoci ad altre sorprese, perché anche in quel caso c'è da fare i conti con dei finanziamenti già ottenuti"
"La ciliegina sulla torta" - aggiunge Lanfranco Nosi -"è però sicuramente la dichiarazione di Borchi sull'inceneritore di Baciacavallo. Nonostante la promessa attenzione, siamo alle solite dichiarazioni della passata amministrazione sui dati ARPAT e sulla "necessità" dell'impianto per il sistema industriale. E il comitato di controllo sul modello dell'inceneritore di Montale non dà assolutamente garanzie."
"Alla prova dei fatti, questa amministrazione sta dimostrando tutta la sua inconsistenza" chiude Bellandi," e al di là di iniziative di facciata, come la cocomerata, le multe agli ambulanti in via Pistoiese e l'inutile sfoggio dei militari, abbiamo assistito solo a marce indietro e a promesse mancate. La mancanza di un progetto coerente per la città, anche da parte di chi all'opposizione c'è stato per almeno un quindicennio, è sconfortante e produrrà, anche nel breve termine, danni irreparabili. Prato, onestamente, non si merita proprio una gestione del genere!"

martedì 20 ottobre 2009

L'aggressione al cittadino bengalese e la situazione di Prato

L'aggressione perpetrata ai danni di un cittadini bengalese da parte di quattro giovani skinheads, peraltro provenienti da Pistoia, addolora ovviamente per il fatto in se, ma anche per la testimoniata - da una cittadina pratese - indifferenza nella quale l'episodio è avvenuto.
Difficile, del resto, aspettarsi reazioni molto diverse in una città dove - a fronte di questioni reali mal gestite dalle precedenti amministrazioni- molto è stato fatto da tante forze politiche oggi al governo di Prato per alimentare un clima pesantemente xenofobo, se non esplicitamente razzista.
E ci stupisce non poco che il sindaco definisca "una polveriera" la nostra città, quando è tra i suoi sostenitori che possiamo annoverare chi questo clima "da assedio" ha fatto di tutto per crearlo - dai "calzini rossi" dell'allora coordinatore cittadino di Forza Italia Silli all'attuale assessore alla cultura Beltrame, sempre pronta in passato a riempire le pagine de "La Nazione" contro "l'invasione cinese". Sono nelle fila della maggioranza i consiglieri Auzzi e Lafranceschina, spesso autori anche in rete di commenti ed interventi palesemente xenofobi. Ed era tra i festeggianti, durante la "parata" di Silvio Berlusconi il 2 giugno, in piena campagna elettorale, che si potevano osservare chiaramente le braccia tese nel saluto romano, e gli autori dello striscione che invitava il presidente del consiglio a "liberare" Prato dai cinesi.
Ciò non toglie che il centrosinistra abbia le sue responsabilità sulla situazione pratese, sicuramente unica nel suo genere: giusto per fare un esempio, si è infatti aspettata la metà del 2008 per attivare un servizio di mediazione culturale - ovviamente "sperimentale" e con mezzi e risorse risicatissime - dopo aver sottovalutato per almeno un decennio la questione della creazione di una vera città multietnica.
Si è lasciata proliferare, sin dai comportamenti quotidiani fino alle pubbliche esternazioni di politici, imprenditori, etc (sono di questi giorni le incredibili stime del direttore dell'Unione Industriale Gozzi, che fanno seguito a quelle del sindaco, di oltre 40.000 irregolari sul territorio pratese, prive di un qualsiasi fondamento scientifico o demografico) una cultura fortemente intrisa della paura e della colpevolizzazione del diverso, per cultura, etnia o quant'altro: così oggi, Prato raccoglie i frutti amari della combinazione, devastante, di propaganda e pessima gestione di un fenomeno come quello migratorio che, per quanto in molte caratteristiche esulante dalle possibilità di intervento degli enti locali, poteva e doveva essere affrontato diversamente.

Lanfranco Nosi
Sinistra RossoVerde

giovedì 15 ottobre 2009

Ancora sull’Ex Banci. La discussione ritorni tra i cittadini

Ancora sull’Ex Banci. La discussione ritorni tra i cittadini

Prato, 15/10/09

“La discussione sull’utilizzo dell’area Ex Banci deve ritornare centrale nel dibattito sul futuro della città” dichiara Renzo Bellandi, leader della formazione Sinistra RossoVerde “Ed è venuto il momento di aprire un processo partecipativo reale, un confronto tra idee e prospettive, non solo tra gli enti interessati.”
 “La confusione sul cosa realizzare nell’area oggi di proprietà del gruppo Consiag è evidente!” – aggiunge Lanfranco Nosi – “L’amministrazione comunale sembra esser ritornata sui suoi passi, dopo l’esplicita ostilità al progetto dichiarata in campagna elettorale, ed oscilla quindi tra dichiarazioni a sostegno di un polo “espositivo” multifunzionale e distinguo senza senso, giusto per garantire l’arrivo dei dieci milioni di euro promessi attraverso il PIUSS. L’opposizione, al contrario, continua a puntare sul progetto originale, “figlio” della giunta Romagnoli, con tutti i suoi difetti originari, in un preoccupante attaccamento ad un passato già sanzionato dalla sconfitta elettorale.”
“Noi continuiamo a sostenere, e lo abbiamo ribadito recentemente, l’idea della realizzazione di un Polo culturale di rilevanza non solo regionale, ma nazionale”, chiosa Bellandi, “perché solo dalla cultura può rinascere, diciamo pure “riaprire”, Prato. Ma rimane essenziale che su una questione così strategica siano i cittadini ad avere nuovamente la parola.”

mercoledì 14 ottobre 2009

Un Polo Culturale all'Ex Banci


Prato, 8/10/09

Un Polo Culturale all'Ex Banci

"Lo stand by sulla realizzazione del polo fieristico nell'atea ex Banci deve essere l'occasione per prendere in esame nuove idee." Lanfranco Nosi, ex candidato alla presidenza della provincia per Sinistra Rossoverde, commenta così l'esito dell'incontro tra il sindaco Cenni e il presidente della regione Martini.
"In campagna elettorale avevamo riproposto una idea lanciata a suo tempo da Municipio Verde, per la realizzazione nell'area in questione di un Centro di cultura sinica, attraverso anche un importante coinvolgimento, sin dalla fase di progettazione, della comunità cinese L'idea rimane tutt'ora valida, e potrebbe costituire il fulcro di un grande "polo culturale" che unisca la città del futuro - multietnica e multiculturale - con la città del passato aprendola al mondo"
"Abbinare infatti al Centro di cultura sinica anche un grande polo museale della civiltà etrusca"- continua Nosi - "anche fisicamente collegato con l'area archeologica di Gonfienti, ed ipotizzando la realizzazione di una sorta di "minicampus" universitario, dotando Prato di una sua istituzione autonoma, potrebbe portare ad un rilancio civico, morale e culturale di tutta la città e dell'intera provincia, e coinvolgere in un grande progetto le migliori risorse."
"Di certo" conclude Nosi "meglio che Prato diventi un luogo di incrocio e scambio culturale, piuttosto che una grande e desolante piattaforma logistica."

Il sindaco confonde il bene comune con gli interessi della sua azienda

 Il sindaco confonde il bene comune con gli interessi della sua azienda

Prato, 30/09/09

"Incapace di giustificare razionalmente l'utilizzo di uffici stipendiati dai cittadini per diffondere un comunicato stampa della sua azienda, il sindaco Cenni preferisce esercitarsi in azzardate equazioni, stante quanto riportato oggi dai quotidiani."
È il giudizio di Renzo Bellandi, leader di Sinistra RossoVerde, alla risposta del sindaco durante il consiglio comunale di ieri, a fronte dell'interrogazione del consigliere Donzella.
"È perlomeno curioso", continua Bellandi, "che Sasch non sia stata in grado - supponiamo che sia dotata di addetti stampa e personale di segreteria a sufficienza - di fare un banale inoltro di una e-mail - questa la ricostruzione data in consiglio - tanto da veder costretto il sindaco ad affidare questo compito al portavoce. Ma questo, ora, è veramente il meno!"
"La vera questione politica è che il sindaco Cenni dimostra tutta la sua insofferenza alle critiche, in questo non distinguendosi affatto dalla precedente amministrazione, anche se in questo caso sono rivolte verso le scelte industriali della sua azienda. Che, a quanto pare, per il fatto di essere di sua proprietà diventa automaticamente da tutelare quale "bene comune". Punto francamente che rimane tutto da dimostrare!"
"A questo punto" chiude Bellandi, "ci chiediamo, per assurdo, soltanto quando, con una bella ordinanza, il sindaco deciderà di introdurre il "reato" di lesa maestà."

Bene i fondi per Gonfienti

Bene i fondi per Gonfienti

Prato, 30 settembre 2009

"Non possiamo che esprimere soddisfazione alla notizia che l'amministrazione provinciale ha deciso di promuovere un progetto importante per la valorizzazione del sito archeologico di Gonfienti." Esordisce così Lanfranco Nosi, ex candidato alla presidenza della provincia per Sinistra RossoVerde. "Era uno dei punti qualificanti che avevamo concordato col presidente Gestri in occasione del ballottaggio, e alle parole siamo contenti che seguano fatti."
"Speriamo anche che sia la volta buona, visto che del Parco Archeologico se ne parla, senza esito, almeno dal 2005. Dobbiamo altresì evidenziare alcune criticità, che riguardano il progetto." continua Nosi. "Intanto, il fatto che riguardi solo le aree già sottoposte a vincolo, quando sarebbe necessario lavorare su tutta l'area dell'Interporto. In secondo luogo, una questione di approccio metodologico: l'obiettivo non dovrebbe tanto essere l'attrattiva turistica - che comunque ben venga - quanto quello della salvaguardia di un patrimonio insostituibile della comunità."
"Anche per questo" conclude Nosi " sarebbe auspicabile un forte coinvolgimento dei cittadini, a partire dai comitati, dalle associazioni e dai singoli che, in questi anni, hanno impedito che su Gonfienti cadesse - anche per responsabilità delle istituzioni - un colpevole velo di incuria e silenzio. "

La Consulta? Rischia di essere solo fumo negli occhi!

La Consulta? Rischia di essere solo fumo negli occhi!

Prato, 16/09/09

“Ci sembra molto approssimativa, e poco chiara, la proposta di una “consulta dei comitati e delle liste civiche indipendenti” lanciata dall’assessore Silli.” Dichiara Lanfranco Nosi di Sinistra RossoVerde. “Lo stesso riferimento alla legge sulla partecipazione, e al fatto che sarebbe stata ignorata dalla precedente amministrazione, la dicono lunga sulla preparazione complessiva: sappiamo infatti benissimo che proprio tale legge è stata applicata, almeno formalmente, nel contestatissimo “processo partecipativo” finito col Town Meeting. E il risultato non è stato certo dei migliori.”
“Il punto fondamentale è che, ribadendo il concetto che non si deve comunque rallentare la macchina comunale, sembra di sentire cose già dette proprio dalla precedente giunta, che pure si vantava dei risultati ottenuti” - continua Nosi – “e l’impressione è che si voglia anestetizzare sin da subito il potenziale contestativo dei comitati, ingabbiandoli in un meccanismo consultivo privo di qualsiasi reale incidenza sui processi reali.”
Conclude Nosi “Certo, non potendo fare processi alle intenzioni, siamo curiosi di vedere come si svilupperà il progetto dell’assessore. Che, per inciso, non ha mai cercato un contatto con la nostra lista, almeno fino ad oggi.”

sabato 8 agosto 2009

La sinistra RossoVerde non si ferma dopo le elezioni e rilancia. Intervento sugli asili nido

Ad oggi sono 300 le famiglie pratesi, con bambini sotto i tre anni, che a settembre non sapranno dove lasciare i loro piccoli. Le strutture comunali e quelle convenzionate non sono in gardo, infatti, di soddisfare l’intera domanda per il servizio di asilo nido. La notizia non stupisce Renzo Bellandi, ex candidato a sindaco per Sinistra RossoVerde. “Le carenze strutturali e le liste di attesa sono note da tempo - dice Bellandi - tanto che già in campagna elettorale Sinistra RossoVerde proponeva interventi in proposito, per azzerare le liste di attesa. Il tema era stato oggetto anche del confronto con Massimo Carlesi, che aveva assicurato un impegno immediato, accogliendo la nostra ipotesi di utilizzare le risorse liberate dal taglio dei costi della politica per intervenire con la realizzazione di nuove strutture e garantire un servizio efficiente.”“Oggi ci chiediamo dove l’amministrazione intenda trovare le risorse che vorrebbe investire con i privati - continua Bellandi - visto che il sindaco, oltre ai dieci assessori, si è dotato una pletora di consiglieri e molto probabilmente, a settembre, inserirà altri due membri in giunta. Alla faccia delle promesse elettorali di ridurre i costi”.

giovedì 2 luglio 2009

Manifesto per un Laboratorio della Città Futura a Prato

“Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza. Studiate, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza.” Antonio Gramsci.

Ormai è il dato di fatto a metterci con le spalle al muro. Da lunedì sera, la città di Prato è governata dal centro (poco) destra (tanto) che sosterrà Cenni sindaco. Da lunedì sera, abbiamo preso atto non solo della sconfitta di una parte politica, il PD e dalla coalizione di centrosinistra, ma anche della sconfitta di una vera e propria idea della città e dei rapporti sociali all’interno di questa, che si poteva collocare ben al di là della semplice rappresentanza partitica. Abbiamo assistito all’ultimo episodio del declino di una “cultura”.La sfida vera oggi è quindi quella di ricostruire dal basso questa cultura, e conseguentemente ridare un senso alla sua espressione politica.La sfida è pure quella di capire perché tanti elettori di centrosinistra hanno preferito astenersi al secondo turno. La sfida è capire perché le persone hanno sentito lontani i partiti dal “territorio”, e dalle richieste che questo esprimeva. La sfida è capire dove gli errori nella banale amministrazione quotidiana della città si sono mescolati ed incastrati con problemi strutturali, della città e che vanno oltre la città.La sfida è capire anche perché è penetrata a fondo, nella cittadinanza, una cultura fortemente orientata “a destra”, spesso xenofoba, individualista e pronta a prendersela con il primo capro espiatorio disponibile (il cinese oggi, domani chi lo sa…).L’appello è quindi a tutti quelli che, risvegliati dalla improvvisa – ma non imprevedibile – vittoria della destra, hanno voglia, passione e cuore da dedicare ad un Laboratorio dove si possa, nei prossimi cinque anni, costruire una vera alternativa, di città e di cultura, basata sui diritti, sulla solidarietà, sull’inclusione, sul valore della persona e dell’ambiente, sulla partecipazione.Si tratta di costruire idee, pensiero e proposte, si tratta anche di svolgere una critica serrata alla prossima amministrazione, ma anche di lavorare nelle strade e nelle piazze, nei comportamenti quotidiani, nella ricostruzione di quei legami sociali e comunitari che sono venuti meno (nelle fabbriche, negli uffici, nelle scuole, nei circoli… ovunque!).Al di fuori dei partiti, ma non in contrapposizione ad essi, sperando che abbiano capito la dura lezione impartita: rimanere pungolo, sollecitazione, fucina di idee e di movimento.Da oggi noi, insieme, possiamo iniziare a costruire veramente un’altra Prato.

giovedì 18 giugno 2009

Riqualifichiamo il Macrolotto Zero, ma il Town Meeting rimane una esperienza da superare

Comunicato stampa

Sulle ipotesi di riqualificazione dell'area del Macrolotto Zero illustrate da Carlesi e Gestri, intervengono Renzo Bellandi e Lanfranco Nosi, ex candidati di Sinistra RossoVerde a sindaco e presidente della Provincia."Si alla riqualificazione di una parte importante della città" inizia Bellandi "ma gli strumenti devono essere adeguati, L'affidarsi al solo meccanismo perequativo come motore principale potrebbe produrre infatti sia un complessivo aumento dell'edificato, sia un ulteriore consumo di suolo che Prato, oggi, non può permettersi, garantendo inoltre ulteriori possibilità speculative nell'ambito dell'edilizia residenziale ed industriale." Bellandi continua, ipotizzando nuove soluzioni: "Potremmo puntare sull'articolazione di politiche fiscali ad hoc, sia per la dismissione degli immobili sia per l'insediamento di nuove attività, così come bilanciare con un contributo economico una sostanziale riduzione del diritto edificatorio, ad esempio."
Sul tema della partecipazione, e dei riferimenti al Town Meeting, interviene Lanfranco Nosi: "Certo, non è incoraggiante pensare che la discutibile esperienza del Town Meeting, già oggetto di critiche di tanti comitati e associazioni, possa essere presa come riferimento di un progetto di riqualificazione dell'area. Che comunque non è stato certo oggetto della deliberazione! Il dibattito sul Macrolotto Zero dovrebbe, a nostro parere, costituire anche un punto di ripartenza per costruire efficaci processi partecipativi. E ben venga, in questa prospettiva, l'intenzione di Massimo Carlesi di costruire questo progetto pezzo per pezzo insieme ai cittadini, aggiungiamo noi anche con la comunità cinese."

domenica 14 giugno 2009

Appello al voto. Ma non parliamo di alleanze!

comunicato stampa

Appello al voto. Ma non parliamo di alleanze!


Un appello agli elettori di Sinistra RossoVerde a sostegno dei candidati del centrosinistra al prossimo ballottaggio per la provincia e il comune di Prato, ma ribadendo la propria autonomia e la critica alle precedenti amministrazioni. Questo quanto emerso dopo gli incontri avvenuti nei giorni scorsi tra Renzo Bellandi e Massimo Carlesi, e Lanfranco Nosi con Lamberto Gestri per la provincia.
“Abbiamo apprezzato lo spirito di apertura e il confronto schietto su molti punti del nostro programma, trovando anche convergenze inaspettate, come sul punto fondamentale per noi dell’eliminazione delle graduatorie per gli asili nido” - commenta Renzo Bellandi – “oltre ad una volontà di marcare delle discontinuità rispetto alle precedenti amministrazioni. Per questo abbiamo deciso di appoggiare, per il comune, il candidato Carlesi, non la coalizione”
“L’appoggio a Gestri”, interviene Lanfranco Nosi, “è maturato in una cornice più complessa, ma la disponibilità al dialogo e l’impegno dichiarato su alcuni punti per noi importanti hanno sicuramente pesato in positivo.”
“Non possiamo infatti dimenticare che se oggi la città rischia di cadere nelle mani della destra, oltre a fattori di crisi globale, la responsabilità è anche di scelte e di modalità di gestione delle passate amministrazioni” – continua Nosi – “e la nostra critica non viene meno. Anzi, prendendoci la responsabilità di chiedere ai nostri elettori di votare per Massimo Carlesi e Lamberto Gestri, ribadiamo la nostra autonomia e diciamo sin da subito che verificheremo costantemente la coerenza tra parole e fatti”
“Per certo, nel contesto politico che si è venuto a creare a Prato, dove non siamo riusciti a costruire una opposizione di sinistra, civica ed ecologista”, puntualizza Bellandi, “dobbiamo anche considerare la necessità di non consentire a questo centrodestra, dal quale non ci possiamo aspettare niente di buono, di governare il territorio pratese: anche per questo, chiediamo ai nostri sostenitori questo voto!”

venerdì 5 giugno 2009

Sintesi del programma amministrativo per le elezioni comunali


Negli anni passati una intera generazione di industriali ha prodotto ricchezza ed occupazione nella nostra città. La generazione successiva invece ha prodotto danni incalcolabili. Fino a quando hanno potuto si sono permessi di pagare i tessitori sottotariffa, creando quella guerra tra terzisti e piccole aziende artigiane che ha prodotto innumerevoli danni, dopodiché non hanno trovato di meglio che delocalizzare le loro aziende oppure addirittura chiuderle affittando i capannoni alla nuova manodopera straniera che prendeva campo in città.
Lungimiranti affaristi, poi, hanno cominciato a costruire, ed è qua che le amministrazioni comunali hanno fallito, senza mai dare niente in cambio alla città salvo rarissime eccezioni.
Plaudiamo quegli imprenditori che hanno invece saputo rinnovarsi e dare lustro e lavoro alla nostra città, alla nostra popolazione, tuttavia questi illuminati si possono contare solo sulle dita delle due mani. Gli altri hanno chiesto aiuti, ricevuto incentivi, e poi si sono dileguati, tant’è che anche di recente proprio uno di loro ha puntato il dito verso questo malcostume dei propri colleghi.
A questo scempio dobbiamo avere il coraggio di dire basta. Crediamo opportuno premiare invece chi fa impresa sfruttando le nuove tecnologie, chi fa ricerca dando lavoro ai propri concittadini e permettendo a Prato di primeggiare o quantomeno competere con altre realtà italiane, europee e mondiali. Queste aziende vanno incentivate dando loro la possibilità di promuovere i propri prodotti alle fiere di tutto il mondo.
Crediamo inoltre che l’unica via di uscita sia la cooperazione fra i cittadini. Sosteniamo con forza quella idea che qualche hanno fa portò i cittadini di Pedavena a consorziarsi e salvare la fabbrica che produce l’omonima birra mantenendo così i posti di lavoro, rilanciando il marchio e gestendo direttamente l’azienda che attualmente va a gonfie vele. La stessa cosa è successa per la Brenta di Avezzano. Esempi come questi in Italia ci sono e crediamo che sia l’unico modo affinché l’interesse di un singolo non prevalga sull’interesse di molti. Anche in questo caso una amministrazione comunale lungimirante ed attenta potrebbe dare incentivi ed aiuti alla popolazione attraverso tutte quelle reti che stanno nascendo o sono già nate e che parlano di agricoltura biologica, tipica e didattica, della cura e del restauro del territorio e della città, del mutuo soccorso, della produzione e gestione di servizi ambientali, sociali, culturali; nell’artigianato, nel commercio equo, nella finanza etica, nel turismo responsabile, nella produzione di informazione, di cultura, etc.
Altro settore di intervento è sicuramente quello del turismo e della cultura.
Riteniamo di fondamentale e strategica importanza questi due settori anche in prospettiva occupazionale.
Grandi investimenti dovranno essere convogliati sulla zona archeologica di Gonfienti per far si che si completino i lavori di scavo della città etrusca in modo che si apra prima possibile un museo e la città stessa possa essere fruibile a tutti, così come vanno riportate alla luce tutte quelle opere presenti nella nostra città, ad esempio tutta la rete di gallerie e tunnel che sono nel sottosuolo del centro storico, affinché Prato diventi città appetibile anche sotto il punto di vista turistico. Il restauro degli affreschi del Lippi nella basilica del Duomo ne è l’esempio lampante.
Manchester, Bilbao e tutte le grandi città industriali hanno vissuto prima di noi lo spettro della disoccupazione e della decadenza, si sono risollevate grazie a interventi sostanziosi anche nel campo della cultura.
Abbiamo uno splendido piazzale che fa da ingresso al museo del Tessuto, l’anfiteatro del museo Pecci ma anche il piazzale dell’università presso Porta al Serraglio e non ultime le splendide piazze del nostro centro storico. Crediamo che sia giunta l’ora che debbano cominciare a vivere, a pulsare, ad impregnarsi di iniziative locali, nazionali ed internazionali che riportino i pratesi a rivivere la propria città ed i turisti a fruire della stessa.

La partecipazione alle scelte strategiche sulla città da parte dei cittadini è per noi argomento di vitale importanza. Intendiamo coinvolgere in varie forme tutto il tessuto sociale della nostra città a partire dall’associazionismo, dai comitati cittadini ed a tutte quelle forme di organizzazioni presenti sul territorio che vogliano far si che si crei un percorso condiviso fra l’amministrazione comunale ed i cittadini stessi. E’ nostra intenzione istituire un organo aperto a tutta la popolazione che non sia solo consultivo ma anche deliberativo. Crediamo sia giunto il momento che i cittadini intervengano direttamente nelle questioni, in tutto l’arco di una legislatura e non solo quando vengono chiamati al voto per le elezioni.

La questione ambientale è e sarà il tema fondante del nostro presente e del nostro futuro. Un futuro che passa verso uno sviluppo eco-sostenibile del nostro territorio, che sia capace di dare forza-lavoro e che migliori la qualità della vita della popolazione. Diciamo basta alla cementificazione selvaggia che ha caratterizzato Prato negli ultimi decenni. Occorre organizzare un efficace sistema di raccolta differenziata dei rifiuti e conseguentemente scongiurare la presenza sul nostro territorio di inceneritori o rigassificatori.

Strettamente legata a ciò inseriamo l’urbanistica. Siamo arrivati ad un punto critico per quanto riguarda questo tema. Troppe costruzioni, troppo poche infrastrutture collegate, sempre meno verde. Crediamo opportuno fermare quello che definiamo lo scempio più grosso perpetrato nella nostra città che ha avuto con la costruzione della Multisala, nella zona ovest, la ciliegina di una torta che in troppo pochi si sono spartiti.
Non diciamo un no pregiudiziale alla costruzione del polo espositivo all’ex Banci ma dobbiamo essere estremamente chiari e sicuri di quale contenitore dovrà diventare quella struttura, le modalità gestionali e l’indotto che porterà alla nostra città. Fare un polo espositivo ( quando tante esperienze di questo genere sono in stato di fallimento in quasi tutta l’Italia ) su basi poco certe ci trova nettamente contrari e comunque dovrà essere un passo che richiederà il massimo coinvolgimento della città e una grande forma partecipativa della popolazione in linea con quanto detto poco sopra in merito alle scelte strategiche.

La cultura come veicolo di rinascita. Crediamo che sia di fondamentale importanza che la gente ricominci ad uscire di casa. Dobbiamo riuscire a sconfiggere la logica della televisione mercificata e degli esempi negativi di successo ad ogni costo. Intendiamo promuovere e sostenere tutte quelle iniziative che andranno contro questa logica. Free source, telestreet e radiostreet, un più facile accesso alle tecnologie informatiche, all’autoproduzione dell’informazione e tutte quelle iniziative che serviranno per dare espressione alle comunità, dal centro cittadino alle periferie, tutti si devono sentire coinvolti in un progetto/processo di città diversa, una città possibile, una città che cambia.

Una città che passa da città grande a grande città.

Il nostro programma si centra verso cinque punti che riteniamo imprescindibili per il risanamento della nostra città.
Essi sono:

1) questione morale, etica e trasparenza.

2) lotta alla disoccupazione attraverso la riqualificazione del territorio, la ricerca e lo sviluppo.

3) sicurezza. Diritti e doveri dei cittadini.

4) urbanistica e ambiente.

5) riqualificazione del centro storico e delle periferie.


1) Riteniamo fondamentale, in un periodo ove si sente in maniera pressante il distacco fra i cittadini e le istituzioni, riprendere e dare fiducia alla popolazione attraverso candidature e programmi che siano credibili o meglio che non siano frutto di spartizioni fra pochi. Troppo spesso, anche in passato, si e’ assistito ad una sorta di gioco delle tre carte dove una classe politica e’ stata spostata da una collocazione all’altra facendo si che l’amministratore diventi una professione. La politica non e’ un lavoro!!! Quello che facciamo lo facciamo per passione, per amore della nostra città e perché ci sentiamo di dare un contributo fondamentale alla risoluzione dei problemi della città. Quando finiremo il nostro mandato ce ne torneremo tutti ai nostri lavori di origine con umiltà e senso di responsabilità verso la cittadinanza.

2) In questo momento di drammatica crisi economica mondiale la nostra città è ancora più colpita :il settore tessile che per anni e anni era stato il fulcro trainante della nostra economia adesso è in ginocchio. Crediamo non servano a niente i vari tentativi per rianimare un moribondo se non quello di sostenere quelle aziende che investono in ricerca. Nostro dovere invece e’ quello di dare risposte concrete. Individuiamo nel settore turistico la parziale risposta alla nostra crisi. Investendo sul nostro territorio, nei siti archeologici come Gonfienti, nella rivalutazione delle opere d’arte e nella riscoperta e ristrutturazione di tutta la rete di tunnel che ci sono sotto il nostro centro storico. Nella nostra città ci sono varie eccellenze, pensiamo a quelle nella medicina, compito nostro e quello della città tutta sostenerle ed incentivarle attraverso strutture e contributi che possano far si che i “cervelli” della nostra città non siano costretti ad emigrare altrove.

3) La lotta all’illegalità deve essere accentuata. Pensiamo che non basti solo agire contro chi “viene”. Prato in passato e’ stata città campione di accoglienza. Lo deve rimanere. Tuttavia va combattuto tutto ciò che non e’ legale e quindi potenziamento delle attività delle forze dell’ordine e della polizia municipale ma anche controlli rigorosi e inflessibili verso chi si arricchisce sulle spalle della comunità inserendo anche misure drastiche verso quei soggetti che evadono il fisco, per esempio affittando al nero le proprie abitazioni o magazzini.

4) Proponiamo il Patto Urbanistica Zero. Non piu’ un granello di cemento dovrà cadere sul nostro suolo negli anni a venire. Le uniche concessioni dovranno essere rivolte verso il cosiddetto “conservativo”. E’ inammissibile che si continui a costruire su un territorio che per mq. E’ il più piccolo della toscana e in cui si fanno sempre più difficili le condizioni per le opere di urbanizzazione sul nuovo.

Ulteriore impegno verso la raccolta differenziata in modo da scongiurare malsane idee verso chi vuole inceneritori, termovalorizzatori o quanto altro leda alla salute dei cittadini.

5) Vogliamo fortemente che i cittadini pratesi si riapproprino della loro città. E’ impensabile che il centro storico, che dovrebbe essere il buon biglietto da visita agli occhi del turista, stia lentamente morendo a causa della mancanza di “vita pubblica”, iniziative e coesione sociale.
Lo stesso discorso vale per le periferie sempre più asfittiche, vuote di contenuti e ridotte solo a meri quartieri dormitori. L’unica risposta plausibile e’ la cultura del fare e del proporre. In questo caso l’associazionismo pratese e l’amministrazione comunale si devono fare carico di promuovere eventi che riportino fuori dalle proprie case la gente, i proprietari dei fondi del centro storico dovranno cercare di calmierare gli affitti per far si che si ricominci a usufruire appieno di questi nostri spazi cittadini.
Deve rinascere il Comitato Fiera che nella metà degli anni settanta seppe imprimere con forza la partecipazione dei pratesi alla vita cittadina nel mese di settembre, la sostanziale differenza dovrà essere quella che non basterà fare iniziative per un mese ma per tutto l’anno. Questo comitato dovrà avere la partecipazione attiva di tutte le associazioni pratesi ma anche delle eccellenze cittadine dello sport, dello spettacolo e della cultura.
Lo stesso spazio culturale, Officina Giovani, di Piazza dei Macelli deve avere uno sviluppo ulteriore per permettere ai nostri giovani di fruire appieno delle potenzialità dello stesso. Grandi spazi dovranno essere concessi alle compagnie teatrali cittadine, gruppi musicali e scuola di musical ma anche a tutti quei soggetti che lottano e si affermano nella nostra città affinché venga debilitato quel senso di disagio ormai latente verso tutta la popolazione.

Sintesi del programma amministrativo per le elezioni provinciali


CULTURA/CULTURE
La cultura e la produzione di cultura devono assumere un ruolo centrale nel futuro della provincia!
Creazione di una vera rete – che non rimanga sulla carta o nell’archivio delle buone idee mai realizzate - del patrimonio ambientale, artistico, culturale ed archeologico della provincia, partendo da una prioritaria valorizzazione dell’esistente, in particolare con la creazione del Parco Archeologico della Civiltà etrusca – in tempi certi – che veda al centro il recupero della città etrusca di Gonfienti (e non il suo sotterramento)
La provincia di Prato ha l’occasione di diventare un vero laboratorio di livello europeo sulle politiche per la multiculturalità, partendo dalla sua tradizione di accoglienza.
Realizzazione di un Centro di Cultura Sinica, sul modello dell’Istituto del Mondo Arabo di Parigi, in stretta collaborazione con la grande comunità cinese residente a Prato e provincia e coinvolgendo istituzioni culturali, politiche e sociali, che coniughi alta formazione universitaria –anche in collaborazione con atenei cinesi – e creazione di spazio culturali condivisi.
Al fine di mettere in campo politiche atte alla realizzazione di un vero tessuto sociale multiculturale – oggi più che mai necessario a fronte di una multiculturalità di fatto che è affrontata come problema, piuttosto che come risorsa - è necessaria sia una riorganizzazione complessiva delle aree funzionali della struttura amministrativa provinciale, sia una rivisitazione e ristrutturazione delle iniziative sino ad oggi intraprese. Per questo, si propone l’istituzione, attraverso l’accorpamento di deleghe specifiche, di un assessorato alla multiculturalità che abbia il compito non solo di creare quella rete di servizi necessari per l’accoglienza e lo sviluppo della cittadinanza immigrata, ma contemporaneamente di realizzare politiche di mediazione interculturale nei confronti dei cittadini autoctoni, in stretta collaborazione con le amministrazioni comunali.

POLITICHE PER LA PERSONA E PER IL CITTADINO
Piena applicazione dei principi della legge regionale 41/2005 sul Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale:
a) rispetto della libertà e dignità della persona; b) garanzia dell'uguaglianza, delle pari opportunità rispetto a condizioni sociali e stati di bisogno differenti, valorizzazione della differenza di genere; c) valorizzazione delle capacità e delle risorse della persona; d) perseguimento della possibilità di scelta tra le prestazioni erogabili; e) adeguatezza, appropriatezza e personalizzazione degli interventi; f) prevenzione e rimozione delle condizioni di disagio sociale; g) sostegno all'autonomia delle persone disabili e non autosufficienti; h) valorizzazione e sostegno del ruolo peculiare delle famiglie quali luoghi privilegiati per la crescita, lo sviluppo e la cura della persona; i) partecipazione attiva dei cittadini singoli o associati, nell'ambito dei principi di solidarietà e di autoorganizzazione anche mediante processi partecipativi ai sensi della legge regionale 27 dicembre 2007, n.69 (Norme sulla promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali); (10)j) sviluppo e qualificazione degli interventi e dei servizi e valorizzazione delle professioni sociali
Non possiamo garantire lavoro, ma possiamo promuovere la tutela del reddito. In particolare, la Provincia dovrà essere capofila della realizzazione dello strumento del Minimo Sociale Garantito (o “reddito di esistenza”), con l’obiettivo di garantire un sostegno permanente al reddito alla persona, a prescindere dallo status occupazionale. Una commissione di esperti dovrà progettare, oltre ad uno schema di coordinamento delle politiche sociali dei comuni, le politiche di bilancio e le leve finanziarie utilizzabili in proprio dall’amministrazione provinciale, inclusa la creazione di un sistema di moneta complementare sul livello provinciale (prendendo come modello il sistema dello SCEC, o “Solidarietà ChE Cammina”).
Trasparenza, partecipazione e cittadinanza attiva. Crediamo fortemente nella partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e alla condivisione delle scelte strategiche per il territorio e per la vita di tutti. Dobbiamo però constatare l’inefficacia della cosiddetta “Agenda 21” nell’avvicinare il semplice cittadino all’attività dell’ente provinciale, ed è necessario quindi ripensare alle modalità e agli strumenti per poter favorire veri processi partecipativi. A partire dall’introduzione del bilancio partecipativo, la Provincia dovrà quindi dotarsi di una serie di istituti (a partire dal referendum deliberativo, fino a forme di attivazione permanente della cittadinanza) che dovranno essere riassunti in un vero e proprio Patto di Cittadinanza Attiva, una sorta di “costituzione” che individui con precisione gli ambiti e gli strumenti possibili per la partecipazione, e al contempo impegni l’amministrazione nel seguire le deliberazioni della cittadinanza.
Ma dato che base di ogni processo partecipativo che si voglia definire tale è individuabile nell’accesso alle informazioni e nella comunicazione corretta, prioritario è un forte investimento sia per rendere completamente trasparente l’attività dell’ente, sia per poter dar voce a tutte le problematiche che il territorio può esprimere. Dato l’avvento del digitale terrestre, e delle possibilità offerte dallo strumento, è possibile la realizzazione di una “Citizen TV” interattiva che non sia espressione dell’amministrazione, ma che possa essere utilizzata sia per reperire informazioni, sia per promuovere il confronto tra idee diverse sullo sviluppo della provincia.

POLITICHE DELLA PACE E DELLA COOPERAZIONE
Nel solco della tradizione pacifista espressa nel tempo dalla Toscana e dalla sua popolazione, proponiamo l’adesione formale della Provincia di Prato alla prossima Marcia Mondiale per la Pace promossa dal Movimento Umanista – che si terrà dal 2 ottobre del 2009 al 2 gennaio del 2010.
Prato e l’Europa. Siamo fermamente convinti che le comunità locali possono essere il motore trainante per il rilancio del processo di integrazione europea in chiave federalista. Per questo, obiettivo della prossima amministrazione sarà quello di coinvolgere i vari livelli di governo del territorio in Europa in una iniziativa di “Costituente” dal basso della Federazione Europea, da tenersi a Prato.
Nel campo della cooperazione internazionale, il rafforzamento delle relazioni istituzionali con la Repubblica Popolare Cinese, anche attraverso le relazioni creabili in collaborazione con la comunità cinese residente, deve essere prioritario, nell’ottica della creazione di nuove opportunità di crescita e comprensione reciproca.

POLITICHE PER IL TERRITORIO E L’AMBIENTE
Adesione alla Strategia Rifiuti Zero. In quest’ottica, si ribadisce un “no” deciso non solo alla costruzione dell’inceneritore nella zona del Calice, ma anche l’adesione a qualsiasi protocollo di gestione del ciclo dei rifiuti che preveda l’incenerimento tra le fasi finali del ciclo, che si traduce in una altrettanto netta contrarietà alla costruzione dell’impianto di Case Passerini e al potenziamento dell’inceneritore di Montale. Le risorse che dovrebbero essere destinate a questi impianti – nocivi per l’ambiente e la salute delle persone – vengano dirottate sul sostegno ad una nuova filiera del riciclo e del riutilizzo, oltre che all’implementazione della raccolta differenziata spinta porta a porta su tutto il territorio provinciale (d realizzare entro il 2010) e alla messa in campo di politiche finalizzate alla riduzione della produzione dei rifiuti.
Cemento Zero. Non un granello di cemento in più deve cadere su Prato e sulla sua provincia! La devastazione del territorio causata da uno sviluppo assurdo del costruito impone una scelta decisa verso lo “stop” al consumo di nuovo territorio e verso il recupero di aree importanti dello stesso al “verde”, come ad esempio sarebbe necessario ipotizzare nel fondovalle in Valbisenzio – territorio particolarmente compromesso dall’edilizia industriale ed abitativa. Il prossimo Piano Territoriale di Coordinamento dovrà prevedere, in questo senso, limiti e strumenti normativi molto precisi e severi.
Creazione di un “Sistema Integrato di Parchi”, che – partendo dalle ipotesi in campo di Parco agricolo e del Parco Archeologico – venga prima di tutto integrato con la costituzione di un grande Parco Naturale dell’Appennino e della Valbisenzio, includente le aree della Calvana e del Monteferrato, superando così il sistema delle Aree Naturali protette. Il Sistema dei parchi dovrebbe inoltre prevedere la creazione di “corridoi” ambientali e paesaggistici – anche attraverso gli altri due parchi – che consentano un collegamento naturale fino alle zone di Pietramarina e Artimino.
Energie alternative, prima di tutto! Perché è prioritario investire sulle fonti rinnovabili, favorendone non solo l’adozione ma anche gli investimenti nella ricerca e nel miglioramento tecnologico, ma senza dimenticare che è ancora più fondamentale ri-creare una cultura “a basso consumo energetico”, oltre che individuare le soluzioni migliori nel rispetto del territorio e del paesaggio.
Infrastrutture? Si, ma utili, e nel rispetto dell’ambiente. La situazione dell’area metropolitana richiede qualcosa di più che la progettazione estemporanea di tramvie e terze corsie, per migliorare la mobilità della zona. In questo senso, sarebbe sicuramente opportuno ipotizzare uno sviluppo “reticolare” dei sistemi di trasporto pubblico locale, al fine di potenziare non solo il collegamento “ovest-est”, verso Firenze, ma anche – e soprattutto – il sistema nord/sud, che risulta fortemente penalizzato. Qualsiasi progetto non può però prescindere da una seria valutazione dell’impatto ambientale di ogni intervento. Si tratta infatti di andare ad operare su un territorio già fortemente compromesso dalle scellerate politiche degli ultimi decessi, e che non può permettersi ulteriori errori!

POLITICHE ECONOMICHE E DEL LAVORO
Negli anni passati una intera generazione di industriali ha prodotto ricchezza ed occupazione nella nostra città. La generazione successiva invece ha prodotto danni incalcolabili. Dalla delocalizzazione dei settori produttivi, passando per lo strangolamento sistematico del settore artigiano, in particolare dei contoterzisti, fino alla mera speculazione edilizia – dall’affitto dei capannoni alle “riconversioni”, privilegiando i meccanismi della rendita piuttosto che dell’investimento.
A questo scempio dobbiamo avere il coraggio di dire basta. Crediamo opportuno premiare invece chi fa impresa sfruttando le nuove tecnologie, chi fa ricerca dando lavoro ai propri concittadini e permettendo a Prato di primeggiare o quantomeno competere con altre realtà italiane, europee e mondiali. Queste aziende vanno incentivate dando loro la possibilità di promuovere i propri prodotti alle fiere di tutto il mondo.
Uscire dal tunnel del tessile! Illudersi che Prato e il distretto possano tornare a temi d’oro del tessile non solo rischia di essere vano, ma addirittura controproducente, perché si scommette su un sistema che è in crisi da ormai un decennio e che l’attuale congiuntura economica ha solo aggravato. E’ quindi necessario iniziare seriamente ad interrogarsi su come si può “uscire da tunnel del tessile”, e ipotizzare dunque una differenziazione ed una articolazione del sistema produttivo su linee diverse dalle tradizionali.
Per certo, è necessario salvare il salvabile del tessile – inteso come qualità ed innovazione di prodotto, e di “chiusura della filiera” grazie anche ad una nuova sinergia con il “distretto manifatturiero” cinese; in secondo luogo, proprio per “vocazione storica” della città, implementare già nel breve periodo un’industria del riciclo, del riutilizzo e del recupero che possa porsi come punto di riferimento a livello nazionale nella gestione del “ciclo dei rifiuti”, con una ricaduta positiva anche sul piano ambientale (oltre che lavorativo).
Ma è necessario che si sviluppi una nuova forma di economia: per questo, è da valutare la possibilità di creare sin da subito di un circuito di moneta locale (esistono già gli esempi e le teorie, manca un’applicazione su larga scala), quindi svincolato dagli strumenti classici del credito bancario, da collegare successivamente alla riconversione di parte dell’economia distrettuale verso la produzione di beni e servizi per il consumo su scala locale – secondo modelli ecologicamente e socialmente sostenibili.
In questa ottica, grande importanza è attribuita sia alla dimensione artigianale del lavoro, sia alle forme cooperativistiche e consortili.
Per fare questo, è necessaria anche una forte struttura capace di analisi adeguate: per questo, anche per evitare inutili sprechi e sovrapposizioni, la Provincia dovrebbe puntare sulla creazione di un’unica Agenzia per l’Analisi Strategica – da collocare “in staff” all’organizzazione dell’ente provinciale - in collaborazione con le amministrazioni comunali, riorganizzando i vari centri di ricerca e di studi attualmente partecipati dall’ente.

giovedì 4 giugno 2009

“L’esercito? Si, ma di mediatori culturali e operatori sociali!”

COMUNICATO STAMPA

“L’esercito? Si, ma di mediatori culturali e operatori sociali!”

Prato, 03/06/09

"Silvio Berlusconi non trova di meglio, per i problemi di Prato e della sua provincia, che riproporre il tema della militarizzazione della città, spacciata per toccasana di tutti i mali”. Va giù duro Lanfranco Nosi, candidato alla presidenza della provincia di Prato per Sinistra RossoVerde.
“E’ una colossale bufala, da propaganda elettorale, buona solo per colpire la pancia e gli umori dei cittadini, ma che non offre né prospettive né vera sicurezza” - continua Nosi – “mentre la vera insicurezza è nel lavoro che manca, nell’impossibilità di costruirsi un futuro, nella incapacità di comunicare con gli altri.”
“Per questo” – interviene Renzo Bellandi, candidato a Sindaco – “anche noi siamo per far venire un esercito, a Prato: ma un esercito di mediatori linguistici e culturali, che possano favorire la reciproca conoscenza e l’integrazione tra le 104 etnie presenti sul territorio, un esercito di operatori sociali in grado di affrontare le nuove marginalità e i problemi delle persone e delle famiglie.”
“Dobbiamo ribellarci” – ribadisce Bellandi – “a questo modo di intendere la “sicurezza” come una questione di divise e fucili spianati per strada: questa china porta solo a dei seri pericoli per la democrazia, alimentando il circuito perverso insicurezza/repressione/restrizione dei diritti di libertà. E’ bene che, a sinistra, si dica e si senta forte un no a questa logica!”

venerdì 29 maggio 2009

Rassegna stampa. Intervista a Lanfranco Nosi sul Tirreno

da il Tirreno del 25/05/09
No all’eolico in Calvana, sì al fotovoltaico
Ambiente, lavoro e cultura: ecco le priorità di Lanfranco Nosi «Per noi è netto il rifiuto all’inceneritore. Serve la raccolta porta a porta»

PRATO. Nove interviste ai nove candidati alla presidenza della Provincia per far conoscere i principali contenuti dei loro programmi in vista del voto del 6 e 7 giugno prossimi. Cominciamo oggi con Lanfranco Nosi, il candidato della lista “Sinistra rosso verde” che vede la “sua” Provincia come un’istituzione necessaria ma più snella per farla funzionare al meglio.
In che modo la Provincia può contribuire al rilancio dell’economia del distretto?
«Il punto di partenza è che il tessile così come è stato nella storia di Prato è ormai morto. E’ una struttura non più riproducibile. Quanti soldi si sono spesi in questi anni inseguendo il tessile di qualità o attraverso gli ammortizzatori sociali? L’età dell’oro è finita e non possiamo più immaginare che dia quell’occupazione avuta tra gli anni ’50 e gli anni ’80. Dobbiamo attenuare l’impatto negativo. La Provincia può aiutare queste persone ad avere nuove competenze sfruttando la loro eccezionale manualità: bisogna riscoprire la dimensione artigianale creando un circuito di economie locali. Come si fa a rianimare il centro storico con le botteghe artigianali se non esistono più gli artigiani? La Provincia può anche aiutare i lavoratori a rimettere in moto la loro azienda in crisi, magari mettendo su una cooperativa. Questa avrebbe potuto essere anche una soluzione per la Recoplast».
Quali sono le infrastrutture sulle quali concentrare gli investimenti?
«Indispensabile, in via preliminare, uno studio sulla mobilità che analizzi i flussi nella nostra area. Non sappiamo come e dove si spostano i pratesi. La priorità deve essere una metropolitana di superficie sull’asse Firenze-Prato-Pistoia, ma non in parallelo alla declassata, che colleghi bene i comuni della Piana e sia integrata col trasporto pubblico locale. Bisogna investire soprattutto nei collegamenti fra comuni: tra Prato e Poggio a Caiano, tra Prato e Montemurlo. Spostarsi fra questi comuni è ancora difficile. Siamo invece contrari alla bretella Valbisenzio-Mugello e riteniamo inutile la terza corsia autostradale».
Il turismo può essere una leva per l’economia locale?
«Sì, il turismo più qualificato può dare risorse importanti ma non come altri settori. Bisogna avere idee innovative: la nostra proposta è quella di creare un centro culturale cinese, sul modello dell’istituto arabo parigino, magari all’ex Banci o nel Macrolotto zero. Certo Prato ha potenzialità inespresse, vedi il parco archeologico di Gonfienti o il museo Pecci. Ma è l’intero sistema museale che avrebbe bisogno di essere rivisto».
Parliamo di ambiente. Quali sono i vostri punti fermi?
«Siamo contrari all’energia eolica in Calvana. Siamo invece favorevoli alle energie rinnovabili: sì ai pannelli fotovoltaici sui tetti dei fabbricati ma non alle Pantanelle. Al centro del nostro programma ci sono però la creazione del parco naturale della Valbisenzio, unito al Monteferrato, con particolare attenzione al fondovalle in questi anni troppo cementificato, del parco agricolo e del parco archeologico. Il tutto nell’ottica di recupero del territorio già troppo consumato. No, insomma, agli scempi stile multisala di S. Giusto. E, infine, sui rifiuti la nostra posizione è netta: no all’accordo sull’inceneritore: né a Case Passerini né altrove. Sì invece alla raccolta porta a porta estesa a tutta la provincia».
La Provincia in questi anni ha speso molte risorse per riqualificare i palazzi del centro storico: è una strada ancora da seguire?
«La crisi impone altre scelte. Se ci sono risorse utilizziamole per aiutare le famiglie. Noi siamo per il minimo sociale garantito al di sopra dei 18 anni».
Giovanni Ciattini

Rassegna stampa. Intervista a Renzo Bellandi sul Tirreno


da il Tirreno del 30/05/09
Bellandi: «Sindaco e giunta a metà stipendio»

Guida la Sinistra rosso-verde nella corsa al Comune

«Basta speculare sul territorio con nuove costruzioni»

PRATO. Renzo Bellandi si è messo in gioco “per riunire tutta quella sinistra che aveva deciso di smettere di votare non sentendosi più rappresentata”. Il candidato sindaco per la lista “Sinistra rosso verde” propone un modello politico di gestione amministrativa che parte dal basso attraverso la partecipazione. «La mia mission - sottolinea - non è la conquista della poltrona».
In che modo deve essere quindi governata la città?
«Amministrare significa innanzi tutto dare il buon esempio e in qualche caso fare anche dei sacrifici. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, tutti dobbiamo fare un passo indietro, a partire dal primo cittadino che dovrebbe rivedere il proprio stipendio e quello dei suoi assessori. Sono compensi di circa 4mila euro al mese, credo che si possa vivere dignitosamente anche con la metà. Il risparmio consentirebbe di fare maggiori investimenti a favore della comunità».
Veniamo al programma. Quali sono le sue linee guida?
«Prima di tutto il patto “urbanistica zero”. Basta speculare sul territorio con ulteriori costruzioni, bisogna puntare sull’ambiente. La filiera dei rifiuti non deve prevedere l’inceneritore ma il riciclo, per incentivare l’economia verde».
Sempre in tema urbanistico, idee per il centro storico?
«Bisogna rilanciare le attività e riportare la gente a investirci. Gli affitti costano cari e disincentivano l’apertura di nuovi negozi o attività, è necessario calmierare il tutto. I centri commerciali poi hanno definitivamente portato via la gente dal centro e la multisala è stata solo un’operazione di speculazione edilizia: i 950 posti di lavoro promessi sono infatti già scesi a 250».
Tra i vari problemi, qual è la vera emergenza?
«Il lavoro. Bisogna farlo ripartire al più presto: diversificare dal tessile è inevitabile. Una soluzione potrebbe essere nel turismo, per cui occorre concentrare gli investimenti nelle opere della città come è stato fatto con gli affreschi del Lippi. Per esempio, con i tunnel nel sottosuolo della città potrebbe svilupparsi una rete museale».
Programmi per il manifatturiero?
«Prato ha già chiuso, non si può far finta di nulla. Però può rinascere: suggerisco di incentivare le aziende che sono ancora in piedi, quelle che fanno ricerca e hanno saputo innovare».
In che modo?
«Magari tagliando le tasse alle imprese che assumono, come incentivo. Ma è solo un esempio bisogna valutare caso per caso. Le scelte che riguardano il governo della città, comprese quelle economiche, non devono essere imposte, ma condivise. E qui introduco il tema della partecipazione per noi molto importante».
Che cosa prevede?
«Sicuramente un sindaco che sta con la gente: penso addirittura a una delega per sviluppare questo tema insieme alla cittadinanza».
Barbara Burzi

domenica 24 maggio 2009

Gli interventi di Renzo Bellandi

Interventi di Renzo Bellandi al confronto tra i candidati a sindaco organizzato dal Coordinamento dei Comitati Cittadini.





lunedì 18 maggio 2009

Comunicato stampa. Ferranti si dimetta

COMUNICATO STAMPA

“Ferranti, prima di dimettersi, renda pubblici i dati sulle emissioni di Baciacavallo”

Prato, 19/05/09

"Le dichiarazioni del presidente di GIDA, Bruno Ferranti, per le quali ci sarebbe chi – e forse noi veniamo annoverati fra questi – lancia “allarmismi ingiustificati solo per farsi un po’ di propaganda elettorale”, in pieno svolgimento della campagna per le prossime amministrative costituiscono, a nostro parere, già da sole motivo sufficiente per chiederne le dimissioni dall’incarico”. Va giù duro Lanfranco Nosi, candidato alla presidenza della provincia di Prato per Sinistra RossoVerde.
“E’ palesemente una valutazione indebita fatta oltretutto da una persona stipendiata, per il suo incarico, da tutti i cittadini, e che dovrebbe limitarsi agli aspetti tecnici della questione, e non a quelli politici” - continua Nosi – “per quanto anche su quelli tecnici molto ci sia da dire, visto che è dalla fine dello scorso marzo che i Comitati e le associazioni chiedono a GIDA la pubblicazione dei dati sulle emissioni dell’inceneritore di Baciacavallo. Quindi, prima delle dimissioni, Ferranti potrebbe rendersi utile rendendo disponibili i dati ai comitati!”
“In merito agli “inutili allarmismi”, vogliamo ricordare che le diossine sono considerate a tutti gli effetti cancerogene, e il meccanismo più diffuso per l’esposizione alla diossina è proprio il bioaccumulo attraverso la catena alimentare” – ricorda poi Nosi – “il fatto che il campione in questione sia appunto inerente a del pollame di allevamento all’aperto, e per di più che doveva essere utilizzato come “controprova”, da solo dovrebbe bastare perché intervengano le autorità sanitarie, su richiesta del Sindaco.”
Ma non è abbastanza: “Anche se, poi, risultasse l’estraneità dell’inceneritore, sarebbe comunque necessario approfondire se la questione è limitata al caso singolo, e capirne i perché, o se si sia di fronte al primo di una serie più lunga di casi. Per questo” – ribadisce Nosi – “è necessario che venga lanciata una mappatura seria, in stretta collaborazione con i comitati, di tutto il territorio della provincia di Prato sugli inquinanti specifici, correlata ad una indagine epidemiologica su tutta l’area.”


Sinistra RossoVerde Prato
Staff Comunicazione

Comunicato stampa. Priorità alla persona

COMUNICATO STAMPA

“Priorità alla persona, non alle “competenze”

Prato, 19/05/09

"C'è da rimanere basiti! Oltre seicento abbandoni scolastici nel 2008, e il candidato Gestri non ha di meglio che pensare al "centro di formazione" per insegnare "mestieri"!"
Lanfranco Nosi, candidato alla presidenza della provincia per Sinistra Rossoverde, inizia così il commento alle dichiarazioni di Lamberto Gestri, e continua rammentando che "piuttosto dovrebbero essere indagate a fondo le cause di questo abbandono, prima di tutto per porvi rimedio!"
"Con molta probabilità si tratta di soggetti che, per ragioni economiche, hanno lasciato il percorso formativo per dedicarsi già ad una attività lavorativa, magari entrando nel circuito del lavoro nero" - continua Nosi - "quindi, più che ad "insegnare" mestieri, che possono essere appresi con tirocini o apprendistati, si dovrebbe mirare a fornire a questi ragazzi percorsi di crescita personale da affiancare all'attività lavorativa"
"Le competenze, per quanto preziose, rischiano di essere insufficienti se non accompagnate dallo sviluppo in primo luogo della persona: questo è il punto decisivo!" - ricorda Nosi - "E su questo tanto c'è da fare e può essere fatto anche per quei cinquantenni che, dopo aver dato tanto alla loro città e aver passato decenni davanti ai telai, si ritrovano non solo senza lavoro, ma anche senza la capacità di reinventarsi."


Sinistra RossoVerde Prato
Staff Comunicazione

Questione morale. Intervista a Berlinguer

Intervista a Enrico Berlinguer
«I partiti sono diventati macchine di potere»
«I partiti non fanno più politica», dice Enrico Berlinguer.
«I partiti hanno degenerato e questa è l'origine dei malanni d'Italia».
Eugenio Scalfari

* * *

La passione è finita?

Per noi comunisti la passione non è finita. Ma per gli altri? Non voglio dar giudizi e mettere il piede in casa altrui, ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss". La carta geopolitica dei partiti è fatta di nomi e di luoghi. Per la DC: Bisaglia in Veneto, Gava in Campania, Lattanzio in Puglia, Andreotti nel Lazio, De Mita ad Avellino, Gaspari in Abruzzo, Forlani nelle Marche e così via. Ma per i socialisti, più o meno, è lo stesso e per i socialdemocratici peggio ancora...

Lei mi ha detto poco fa che la degenerazione dei partiti è il punto essenziale della crisi italiana.

È quello che io penso.

Per quale motivo?

I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. Per esempio, oggi c'è il pericolo che il maggior quotidiano italiano, il Corriere della Sera, cada in mano di questo o quel partito o di una sua corrente, ma noi impediremo che un grande organo di stampa come il Corriere faccia una così brutta fine. Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le "operazioni" che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell'interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un'autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un'attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti.

Lei fa un quadro della realtà italiana da far accapponare la pelle.

E secondo lei non corrisponde alla situazione?

Debbo riconoscere, signor Segretario, che in gran parte è un quadro realistico. Ma vorrei chiederle: se gli italiani sopportano questo stato di cose è segno che lo accettano o che non se ne accorgono. Altrimenti voi avreste conquistato la guida del paese da un pezzo.

La domanda è complessa. Mi consentirà di risponderle ordinatamente. Anzitutto: molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più. Vuole una conferma di quanto dico? Confronti il voto che gli italiani hanno dato in occasione dei referendum e quello delle normali elezioni politiche e amministrative. Il voto ai referendum non comporta favori, non coinvolge rapporti clientelari, non mette in gioco e non mobilita candidati e interessi privati o di un gruppo o di parte. È un voto assolutamente libero da questo genere di condizionamenti. Ebbene, sia nel '74 per il divorzio, sia, ancor di più, nell'81 per l'aborto, gli italiani hanno fornito l'immagine di un paese liberissimo e moderno, hanno dato un voto di progresso. Al nord come al sud, nelle città come nelle campagne, nei quartieri borghesi come in quelli operai e proletari. Nelle elezioni politiche e amministrative il quadro cambia, anche a distanza di poche settimane.

Veniamo all'altra mia domanda, se permette, signor Segretario: dovreste aver vinto da un pezzo, se le cose stanno come lei descrive.

In un certo senso, al contrario, può apparire persino straordinario che un partito come il nostro, che va così decisamente contro l'andazzo corrente, conservi tanti consensi e persino li accresca. Ma io credo di sapere a che cosa lei pensa: poiché noi dichiariamo di essere un partito "diverso" dagli altri, lei pensa che gli italiani abbiano timore di questa diversità.

Sì, è così, penso proprio a questa vostra conclamata diversità. A volte ne parlate come se foste dei marziani, oppure dei missionari in terra d'infedeli: e la gente diffida. Vuole spiegarmi con chiarezza in che consiste la vostra diversità? C'è da averne paura?

Qualcuno, sì, ha ragione di temerne, e lei capisce subito chi intendo. Per una risposta chiara alla sua domanda, elencherò per punti molto semplici in che consiste il nostro essere diversi, così spero non ci sarà più margine all'equivoco. Dunque: primo, noi vogliamo che i partiti cessino di occupare lo Stato. I partiti debbono, come dice la nostra Costituzione, concorrere alla formazione della volontà politica della nazione; e ciò possono farlo non occupando pezzi sempre più larghi di Stato, sempre più numerosi centri di potere in ogni campo, ma interpretando le grandi correnti di opinione, organizzando le aspirazioni del popolo, controllando democraticamente l'operato delle istituzioni. Ecco la prima ragione della nostra diversità. Le sembra che debba incutere tanta paura agli italiani?

Veniamo alla seconda diversità.

Noi pensiamo che il privilegio vada combattuto e distrutto ovunque si annidi, che i poveri e gli emarginati, gli svantaggiati, vadano difesi, e gli vada data voce e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni, che certi bisogni sociali e umani oggi ignorati vadano soddisfatti con priorità rispetto ad altri, che la professionalità e il merito vadano premiati, che la partecipazione di ogni cittadino e di ogni cittadina alla cosa pubblica debba essere assicurata.

Onorevole Berlinguer, queste cose le dicono tutti.

Già, ma nessuno dei partiti governativi le fa. Noi comunisti abbiamo sessant'anni di storia alle spalle e abbiamo dimostrato di perseguirle e di farle sul serio. In galera con gli operai ci siamo stati noi; sui monti con i partigiani ci siamo stati noi; nelle borgate con i disoccupati ci siamo stati noi; con le donne, con il proletariato emarginato, con i giovani ci siamo stati noi; alla direzione di certi comuni, di certe regioni, amministrate con onestà, ci siamo stati noi.

Non voi soltanto.

È vero, ma noi soprattutto. E passiamo al terzo punto di diversità. Noi pensiamo che il tipo di sviluppo economico e sociale capitalistico sia causa di gravi distorsioni, di immensi costi e disparità sociali, di enormi sprechi di ricchezza. Non vogliamo seguire i modelli di socialismo che si sono finora realizzati, rifiutiamo una rigida e centralizzata pianificazione dell'economia, pensiamo che il mercato possa mantenere una funzione essenziale, che l'iniziativa individuale sia insostituibile, che l'impresa privata abbia un suo spazio e conservi un suo ruolo importante. Ma siamo convinti che tutte queste realtà, dentro le forme capitalistiche -e soprattutto, oggi, sotto la cappa di piombo del sistema imperniato sulla DC- non funzionano più, e che quindi si possa e si debba discutere in qual modo superare il capitalismo inteso come meccanismo, come sistema, giacché esso, oggi, sta creando masse crescenti di disoccupati, di emarginati, di sfruttati. Sta qui, al fondo, la causa non solo dell'attuale crisi economica, ma di fenomeni di barbarie, del diffondersi della droga, del rifiuto del lavoro, della sfiducia, della noia, della disperazione. È un delitto avere queste idee?

Non trovo grandi differenze rispetto a quanto può pensare un convinto socialdemocratico europeo. Però a lei sembra un'offesa essere paragonato ad un socialdemocratico.

Bè, una differenza sostanziale esiste. La socialdemocrazia (parlo di quella seria, s'intende) si è sempre molto preoccupata degli operai, dei lavoratori sindacalmente organizzati e poco o nulla degli emarginati, dei sottoproletari, delle donne. Infatti, ora che si sono esauriti gli antichi margini di uno sviluppo capitalistico che consentivano una politica socialdemocratica, ora che i problemi che io prima ricordavo sono scoppiati in tutto l'occidente capitalistico, vi sono segni di crisi anche nella socialdemocrazia tedesca e nel laburismo inglese, proprio perché i partiti socialdemocratici si trovano di fronte a realtà per essi finora ignote o da essi ignorate.

Dunque, siete un partito socialista serio...

...nel senso che vogliamo costruire sul serio il socialismo...

Le dispiace, la preoccupa che il PSI lanci segnali verso strati borghesi della società?

No, non mi preoccupa. Ceti medi, borghesia produttiva sono strati importanti del paese e i loro interessi politici ed economici, quando sono legittimi, devono essere adeguatamente difesi e rappresentati. Anche noi lo facciamo. Se questi gruppi sociali trasferiscono una parte dei loro voti verso i partiti laici e verso il PSI, abbandonando la tradizionale tutela democristiana, non c'è che da esserne soddisfatti: ma a una condizione. La condizione è che, con questi nuovi voti, il PSI e i partiti laici dimostrino di saper fare una politica e di attuare un programma che davvero siano di effettivo e profondo mutamento rispetto al passato e rispetto al presente. Se invece si trattasse di un semplice trasferimento di clientele per consolidare, sotto nuove etichette, i vecchi e attuali rapporti tra partiti e Stato, partiti e governo, partiti e società, con i deleteri modi di governare e di amministrare che ne conseguono, allora non vedo di che cosa dovremmo dirci soddisfatti noi e il paese.

Secondo lei, quel mutamento di metodi e di politica c'è o no?

Francamente, no. Lei forse lo vede? La gente se ne accorge? Vada in giro per la Sicilia, ad esempio: vedrà che in gran parte c'è stato un trasferimento di clientele. Non voglio affermare che sempre e dovunque sia così. Ma affermo che socialisti e socialdemocratici non hanno finora dato alcun segno di voler iniziare quella riforma del rapporto tra partiti e istituzioni -che poi non è altro che un corretto ripristino del dettato costituzionale- senza la quale non può cominciare alcun rinnovamento e sanza la quale la questione morale resterà del tutto insoluta.

Lei ha detto varie volte che la questione morale oggi è al centro della questione italiana. Perché?

La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell'amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell'Italia d'oggi, fa tutt'uno con l'occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt'uno con la guerra per bande, fa tutt'uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semmplicemente abbandonati e superati. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano. Ecco perché gli altri partiti possono profare d'essere forze di serio rinnovamento soltanto se aggrediscono in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche. [...] Quel che deve interessare veramente è la sorte del paese. Se si continua in questo modo, in Italia la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi; rischia di soffocare in una palude.

Signor Segretario, in tutto il mondo occidentale si è d'accordo sul fatto che il nemico principale da battere in questo momento sia l'inflazione, e difatti le politiche economiche di tutti i paesi industrializzati puntano a realizzare quell'obiettivo. È anche lei del medesimo parere?

Risponderò nello stesso modo di Mitterand: il principale malanno delle società occidentali è la disoccupazione. I due mali non vanno visti separatamente. L'inflazione è -se vogliamo- l'altro rovescio della medaglia. Bisogna impegnarsi a fondo contro l'una e contro l'altra. Guai a dissociare questa battaglia, guai a pensare, per esempio, che pur di domare l'inflazione si debba pagare il prezzo d'una recessione massiccia e d'una disoccupazione, come già in larga misura sta avvenendo. Ci ritroveremmo tutti in mezzo ad una catastrofe sociale di proporzioni impensabili.

Il PCI, agli inizi del 1977, lanciò la linea dell' "austerità". Non mi pare che il suo appello sia stato accolto con favore dalla classe operaia, dai lavoratori, dagli stessi militanti del partito...

Noi sostenemmo che il consumismo individuale esasperato produce non solo dissipazione di ricchezza e storture produttive, ma anche insoddisfazione, smarrimento, infelicità e che, comunque, la situazione economica dei paesi industializzati -di fronte all'aggravamento del divario, al loro interno, tra zone sviluppate e zone arretrate, e di fronte al risveglio e all'avanzata dei popoli dei paesi ex-coloniali e della loro indipendenza- non consentiva più di assicurare uno sviluppo economico e sociale conservando la "civiltà dei consumi", con tutti i guasti, anche morali, che sono intrinseci ad essa. La diffusione della droga, per esempio, tra i giovani è uno dei segni più gravi di tutto ciò e nessuno se ne dà realmente carico. Ma dicevamo dell'austerità. Fummo i soli a sottolineare la necessità di combattere gli sprechi, accrescere il risparmio, contenere i consumi privati superflui, rallentare la dinamica perversa della spesa pubblica, formare nuove risorse e nuove fonti di lavoro. Dicemmo che anche i lavoratori avrebbero dovuto contribuire per la loro parte a questo sforzo di raddrizzamento dell'economia, ma che l'insieme dei sacrifici doveva essere fatto applicando un principio di rigorosa equità e che avrebbe dovuto avere come obiettivo quello di dare l'avvio ad un diverso tipo di sviluppo e a diversi modi di vita (più parsimoniosi, ma anche più umani). Questo fu il nostro modo di porre il problema dell'austerità e della contemporanea lotta all'inflazione e alla recessione, cioè alla disoccupazione. Precisammo e sviluppammo queste posizioni al nostro XV Congresso del marzo 1979: non fummo ascoltati.

E il costo del lavoro? Le sembra un tema da dimenticare?

Il costo del lavoro va anch'esso affrontato e, nel complesso, contenuto, operando soprattutto sul fronte dell'aumento della produttività. Voglio dirle però con tutta franchezza che quando si chiedono sacrifici al paese e si comincia con il chiederli -come al solito- ai lavoratori, mentre si ha alle spalle una questione come la P2, è assai difficile ricevere ascolto ed essere credibili. Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi. Se questi elementi non ci sono, l'operazione non può riuscire.

«La Repubblica», 28 luglio 1981

venerdì 15 maggio 2009

Video 2. Conferenza stampa di Renzo Bellandi

I video della conferenza stampa del 14 maggio. Presentazione dei principali punti programmatici della lista Sinistra RossoVerde per il Comune di Prato.