martedì 20 ottobre 2009

L'aggressione al cittadino bengalese e la situazione di Prato

L'aggressione perpetrata ai danni di un cittadini bengalese da parte di quattro giovani skinheads, peraltro provenienti da Pistoia, addolora ovviamente per il fatto in se, ma anche per la testimoniata - da una cittadina pratese - indifferenza nella quale l'episodio è avvenuto.
Difficile, del resto, aspettarsi reazioni molto diverse in una città dove - a fronte di questioni reali mal gestite dalle precedenti amministrazioni- molto è stato fatto da tante forze politiche oggi al governo di Prato per alimentare un clima pesantemente xenofobo, se non esplicitamente razzista.
E ci stupisce non poco che il sindaco definisca "una polveriera" la nostra città, quando è tra i suoi sostenitori che possiamo annoverare chi questo clima "da assedio" ha fatto di tutto per crearlo - dai "calzini rossi" dell'allora coordinatore cittadino di Forza Italia Silli all'attuale assessore alla cultura Beltrame, sempre pronta in passato a riempire le pagine de "La Nazione" contro "l'invasione cinese". Sono nelle fila della maggioranza i consiglieri Auzzi e Lafranceschina, spesso autori anche in rete di commenti ed interventi palesemente xenofobi. Ed era tra i festeggianti, durante la "parata" di Silvio Berlusconi il 2 giugno, in piena campagna elettorale, che si potevano osservare chiaramente le braccia tese nel saluto romano, e gli autori dello striscione che invitava il presidente del consiglio a "liberare" Prato dai cinesi.
Ciò non toglie che il centrosinistra abbia le sue responsabilità sulla situazione pratese, sicuramente unica nel suo genere: giusto per fare un esempio, si è infatti aspettata la metà del 2008 per attivare un servizio di mediazione culturale - ovviamente "sperimentale" e con mezzi e risorse risicatissime - dopo aver sottovalutato per almeno un decennio la questione della creazione di una vera città multietnica.
Si è lasciata proliferare, sin dai comportamenti quotidiani fino alle pubbliche esternazioni di politici, imprenditori, etc (sono di questi giorni le incredibili stime del direttore dell'Unione Industriale Gozzi, che fanno seguito a quelle del sindaco, di oltre 40.000 irregolari sul territorio pratese, prive di un qualsiasi fondamento scientifico o demografico) una cultura fortemente intrisa della paura e della colpevolizzazione del diverso, per cultura, etnia o quant'altro: così oggi, Prato raccoglie i frutti amari della combinazione, devastante, di propaganda e pessima gestione di un fenomeno come quello migratorio che, per quanto in molte caratteristiche esulante dalle possibilità di intervento degli enti locali, poteva e doveva essere affrontato diversamente.

Lanfranco Nosi
Sinistra RossoVerde

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