venerdì 29 maggio 2009

Rassegna stampa. Intervista a Lanfranco Nosi sul Tirreno

da il Tirreno del 25/05/09
No all’eolico in Calvana, sì al fotovoltaico
Ambiente, lavoro e cultura: ecco le priorità di Lanfranco Nosi «Per noi è netto il rifiuto all’inceneritore. Serve la raccolta porta a porta»

PRATO. Nove interviste ai nove candidati alla presidenza della Provincia per far conoscere i principali contenuti dei loro programmi in vista del voto del 6 e 7 giugno prossimi. Cominciamo oggi con Lanfranco Nosi, il candidato della lista “Sinistra rosso verde” che vede la “sua” Provincia come un’istituzione necessaria ma più snella per farla funzionare al meglio.
In che modo la Provincia può contribuire al rilancio dell’economia del distretto?
«Il punto di partenza è che il tessile così come è stato nella storia di Prato è ormai morto. E’ una struttura non più riproducibile. Quanti soldi si sono spesi in questi anni inseguendo il tessile di qualità o attraverso gli ammortizzatori sociali? L’età dell’oro è finita e non possiamo più immaginare che dia quell’occupazione avuta tra gli anni ’50 e gli anni ’80. Dobbiamo attenuare l’impatto negativo. La Provincia può aiutare queste persone ad avere nuove competenze sfruttando la loro eccezionale manualità: bisogna riscoprire la dimensione artigianale creando un circuito di economie locali. Come si fa a rianimare il centro storico con le botteghe artigianali se non esistono più gli artigiani? La Provincia può anche aiutare i lavoratori a rimettere in moto la loro azienda in crisi, magari mettendo su una cooperativa. Questa avrebbe potuto essere anche una soluzione per la Recoplast».
Quali sono le infrastrutture sulle quali concentrare gli investimenti?
«Indispensabile, in via preliminare, uno studio sulla mobilità che analizzi i flussi nella nostra area. Non sappiamo come e dove si spostano i pratesi. La priorità deve essere una metropolitana di superficie sull’asse Firenze-Prato-Pistoia, ma non in parallelo alla declassata, che colleghi bene i comuni della Piana e sia integrata col trasporto pubblico locale. Bisogna investire soprattutto nei collegamenti fra comuni: tra Prato e Poggio a Caiano, tra Prato e Montemurlo. Spostarsi fra questi comuni è ancora difficile. Siamo invece contrari alla bretella Valbisenzio-Mugello e riteniamo inutile la terza corsia autostradale».
Il turismo può essere una leva per l’economia locale?
«Sì, il turismo più qualificato può dare risorse importanti ma non come altri settori. Bisogna avere idee innovative: la nostra proposta è quella di creare un centro culturale cinese, sul modello dell’istituto arabo parigino, magari all’ex Banci o nel Macrolotto zero. Certo Prato ha potenzialità inespresse, vedi il parco archeologico di Gonfienti o il museo Pecci. Ma è l’intero sistema museale che avrebbe bisogno di essere rivisto».
Parliamo di ambiente. Quali sono i vostri punti fermi?
«Siamo contrari all’energia eolica in Calvana. Siamo invece favorevoli alle energie rinnovabili: sì ai pannelli fotovoltaici sui tetti dei fabbricati ma non alle Pantanelle. Al centro del nostro programma ci sono però la creazione del parco naturale della Valbisenzio, unito al Monteferrato, con particolare attenzione al fondovalle in questi anni troppo cementificato, del parco agricolo e del parco archeologico. Il tutto nell’ottica di recupero del territorio già troppo consumato. No, insomma, agli scempi stile multisala di S. Giusto. E, infine, sui rifiuti la nostra posizione è netta: no all’accordo sull’inceneritore: né a Case Passerini né altrove. Sì invece alla raccolta porta a porta estesa a tutta la provincia».
La Provincia in questi anni ha speso molte risorse per riqualificare i palazzi del centro storico: è una strada ancora da seguire?
«La crisi impone altre scelte. Se ci sono risorse utilizziamole per aiutare le famiglie. Noi siamo per il minimo sociale garantito al di sopra dei 18 anni».
Giovanni Ciattini

Rassegna stampa. Intervista a Renzo Bellandi sul Tirreno


da il Tirreno del 30/05/09
Bellandi: «Sindaco e giunta a metà stipendio»

Guida la Sinistra rosso-verde nella corsa al Comune

«Basta speculare sul territorio con nuove costruzioni»

PRATO. Renzo Bellandi si è messo in gioco “per riunire tutta quella sinistra che aveva deciso di smettere di votare non sentendosi più rappresentata”. Il candidato sindaco per la lista “Sinistra rosso verde” propone un modello politico di gestione amministrativa che parte dal basso attraverso la partecipazione. «La mia mission - sottolinea - non è la conquista della poltrona».
In che modo deve essere quindi governata la città?
«Amministrare significa innanzi tutto dare il buon esempio e in qualche caso fare anche dei sacrifici. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, tutti dobbiamo fare un passo indietro, a partire dal primo cittadino che dovrebbe rivedere il proprio stipendio e quello dei suoi assessori. Sono compensi di circa 4mila euro al mese, credo che si possa vivere dignitosamente anche con la metà. Il risparmio consentirebbe di fare maggiori investimenti a favore della comunità».
Veniamo al programma. Quali sono le sue linee guida?
«Prima di tutto il patto “urbanistica zero”. Basta speculare sul territorio con ulteriori costruzioni, bisogna puntare sull’ambiente. La filiera dei rifiuti non deve prevedere l’inceneritore ma il riciclo, per incentivare l’economia verde».
Sempre in tema urbanistico, idee per il centro storico?
«Bisogna rilanciare le attività e riportare la gente a investirci. Gli affitti costano cari e disincentivano l’apertura di nuovi negozi o attività, è necessario calmierare il tutto. I centri commerciali poi hanno definitivamente portato via la gente dal centro e la multisala è stata solo un’operazione di speculazione edilizia: i 950 posti di lavoro promessi sono infatti già scesi a 250».
Tra i vari problemi, qual è la vera emergenza?
«Il lavoro. Bisogna farlo ripartire al più presto: diversificare dal tessile è inevitabile. Una soluzione potrebbe essere nel turismo, per cui occorre concentrare gli investimenti nelle opere della città come è stato fatto con gli affreschi del Lippi. Per esempio, con i tunnel nel sottosuolo della città potrebbe svilupparsi una rete museale».
Programmi per il manifatturiero?
«Prato ha già chiuso, non si può far finta di nulla. Però può rinascere: suggerisco di incentivare le aziende che sono ancora in piedi, quelle che fanno ricerca e hanno saputo innovare».
In che modo?
«Magari tagliando le tasse alle imprese che assumono, come incentivo. Ma è solo un esempio bisogna valutare caso per caso. Le scelte che riguardano il governo della città, comprese quelle economiche, non devono essere imposte, ma condivise. E qui introduco il tema della partecipazione per noi molto importante».
Che cosa prevede?
«Sicuramente un sindaco che sta con la gente: penso addirittura a una delega per sviluppare questo tema insieme alla cittadinanza».
Barbara Burzi

domenica 24 maggio 2009

Gli interventi di Renzo Bellandi

Interventi di Renzo Bellandi al confronto tra i candidati a sindaco organizzato dal Coordinamento dei Comitati Cittadini.





lunedì 18 maggio 2009

Comunicato stampa. Ferranti si dimetta

COMUNICATO STAMPA

“Ferranti, prima di dimettersi, renda pubblici i dati sulle emissioni di Baciacavallo”

Prato, 19/05/09

"Le dichiarazioni del presidente di GIDA, Bruno Ferranti, per le quali ci sarebbe chi – e forse noi veniamo annoverati fra questi – lancia “allarmismi ingiustificati solo per farsi un po’ di propaganda elettorale”, in pieno svolgimento della campagna per le prossime amministrative costituiscono, a nostro parere, già da sole motivo sufficiente per chiederne le dimissioni dall’incarico”. Va giù duro Lanfranco Nosi, candidato alla presidenza della provincia di Prato per Sinistra RossoVerde.
“E’ palesemente una valutazione indebita fatta oltretutto da una persona stipendiata, per il suo incarico, da tutti i cittadini, e che dovrebbe limitarsi agli aspetti tecnici della questione, e non a quelli politici” - continua Nosi – “per quanto anche su quelli tecnici molto ci sia da dire, visto che è dalla fine dello scorso marzo che i Comitati e le associazioni chiedono a GIDA la pubblicazione dei dati sulle emissioni dell’inceneritore di Baciacavallo. Quindi, prima delle dimissioni, Ferranti potrebbe rendersi utile rendendo disponibili i dati ai comitati!”
“In merito agli “inutili allarmismi”, vogliamo ricordare che le diossine sono considerate a tutti gli effetti cancerogene, e il meccanismo più diffuso per l’esposizione alla diossina è proprio il bioaccumulo attraverso la catena alimentare” – ricorda poi Nosi – “il fatto che il campione in questione sia appunto inerente a del pollame di allevamento all’aperto, e per di più che doveva essere utilizzato come “controprova”, da solo dovrebbe bastare perché intervengano le autorità sanitarie, su richiesta del Sindaco.”
Ma non è abbastanza: “Anche se, poi, risultasse l’estraneità dell’inceneritore, sarebbe comunque necessario approfondire se la questione è limitata al caso singolo, e capirne i perché, o se si sia di fronte al primo di una serie più lunga di casi. Per questo” – ribadisce Nosi – “è necessario che venga lanciata una mappatura seria, in stretta collaborazione con i comitati, di tutto il territorio della provincia di Prato sugli inquinanti specifici, correlata ad una indagine epidemiologica su tutta l’area.”


Sinistra RossoVerde Prato
Staff Comunicazione

Comunicato stampa. Priorità alla persona

COMUNICATO STAMPA

“Priorità alla persona, non alle “competenze”

Prato, 19/05/09

"C'è da rimanere basiti! Oltre seicento abbandoni scolastici nel 2008, e il candidato Gestri non ha di meglio che pensare al "centro di formazione" per insegnare "mestieri"!"
Lanfranco Nosi, candidato alla presidenza della provincia per Sinistra Rossoverde, inizia così il commento alle dichiarazioni di Lamberto Gestri, e continua rammentando che "piuttosto dovrebbero essere indagate a fondo le cause di questo abbandono, prima di tutto per porvi rimedio!"
"Con molta probabilità si tratta di soggetti che, per ragioni economiche, hanno lasciato il percorso formativo per dedicarsi già ad una attività lavorativa, magari entrando nel circuito del lavoro nero" - continua Nosi - "quindi, più che ad "insegnare" mestieri, che possono essere appresi con tirocini o apprendistati, si dovrebbe mirare a fornire a questi ragazzi percorsi di crescita personale da affiancare all'attività lavorativa"
"Le competenze, per quanto preziose, rischiano di essere insufficienti se non accompagnate dallo sviluppo in primo luogo della persona: questo è il punto decisivo!" - ricorda Nosi - "E su questo tanto c'è da fare e può essere fatto anche per quei cinquantenni che, dopo aver dato tanto alla loro città e aver passato decenni davanti ai telai, si ritrovano non solo senza lavoro, ma anche senza la capacità di reinventarsi."


Sinistra RossoVerde Prato
Staff Comunicazione

Questione morale. Intervista a Berlinguer

Intervista a Enrico Berlinguer
«I partiti sono diventati macchine di potere»
«I partiti non fanno più politica», dice Enrico Berlinguer.
«I partiti hanno degenerato e questa è l'origine dei malanni d'Italia».
Eugenio Scalfari

* * *

La passione è finita?

Per noi comunisti la passione non è finita. Ma per gli altri? Non voglio dar giudizi e mettere il piede in casa altrui, ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss". La carta geopolitica dei partiti è fatta di nomi e di luoghi. Per la DC: Bisaglia in Veneto, Gava in Campania, Lattanzio in Puglia, Andreotti nel Lazio, De Mita ad Avellino, Gaspari in Abruzzo, Forlani nelle Marche e così via. Ma per i socialisti, più o meno, è lo stesso e per i socialdemocratici peggio ancora...

Lei mi ha detto poco fa che la degenerazione dei partiti è il punto essenziale della crisi italiana.

È quello che io penso.

Per quale motivo?

I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. Per esempio, oggi c'è il pericolo che il maggior quotidiano italiano, il Corriere della Sera, cada in mano di questo o quel partito o di una sua corrente, ma noi impediremo che un grande organo di stampa come il Corriere faccia una così brutta fine. Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le "operazioni" che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell'interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un'autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un'attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti.

Lei fa un quadro della realtà italiana da far accapponare la pelle.

E secondo lei non corrisponde alla situazione?

Debbo riconoscere, signor Segretario, che in gran parte è un quadro realistico. Ma vorrei chiederle: se gli italiani sopportano questo stato di cose è segno che lo accettano o che non se ne accorgono. Altrimenti voi avreste conquistato la guida del paese da un pezzo.

La domanda è complessa. Mi consentirà di risponderle ordinatamente. Anzitutto: molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più. Vuole una conferma di quanto dico? Confronti il voto che gli italiani hanno dato in occasione dei referendum e quello delle normali elezioni politiche e amministrative. Il voto ai referendum non comporta favori, non coinvolge rapporti clientelari, non mette in gioco e non mobilita candidati e interessi privati o di un gruppo o di parte. È un voto assolutamente libero da questo genere di condizionamenti. Ebbene, sia nel '74 per il divorzio, sia, ancor di più, nell'81 per l'aborto, gli italiani hanno fornito l'immagine di un paese liberissimo e moderno, hanno dato un voto di progresso. Al nord come al sud, nelle città come nelle campagne, nei quartieri borghesi come in quelli operai e proletari. Nelle elezioni politiche e amministrative il quadro cambia, anche a distanza di poche settimane.

Veniamo all'altra mia domanda, se permette, signor Segretario: dovreste aver vinto da un pezzo, se le cose stanno come lei descrive.

In un certo senso, al contrario, può apparire persino straordinario che un partito come il nostro, che va così decisamente contro l'andazzo corrente, conservi tanti consensi e persino li accresca. Ma io credo di sapere a che cosa lei pensa: poiché noi dichiariamo di essere un partito "diverso" dagli altri, lei pensa che gli italiani abbiano timore di questa diversità.

Sì, è così, penso proprio a questa vostra conclamata diversità. A volte ne parlate come se foste dei marziani, oppure dei missionari in terra d'infedeli: e la gente diffida. Vuole spiegarmi con chiarezza in che consiste la vostra diversità? C'è da averne paura?

Qualcuno, sì, ha ragione di temerne, e lei capisce subito chi intendo. Per una risposta chiara alla sua domanda, elencherò per punti molto semplici in che consiste il nostro essere diversi, così spero non ci sarà più margine all'equivoco. Dunque: primo, noi vogliamo che i partiti cessino di occupare lo Stato. I partiti debbono, come dice la nostra Costituzione, concorrere alla formazione della volontà politica della nazione; e ciò possono farlo non occupando pezzi sempre più larghi di Stato, sempre più numerosi centri di potere in ogni campo, ma interpretando le grandi correnti di opinione, organizzando le aspirazioni del popolo, controllando democraticamente l'operato delle istituzioni. Ecco la prima ragione della nostra diversità. Le sembra che debba incutere tanta paura agli italiani?

Veniamo alla seconda diversità.

Noi pensiamo che il privilegio vada combattuto e distrutto ovunque si annidi, che i poveri e gli emarginati, gli svantaggiati, vadano difesi, e gli vada data voce e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni, che certi bisogni sociali e umani oggi ignorati vadano soddisfatti con priorità rispetto ad altri, che la professionalità e il merito vadano premiati, che la partecipazione di ogni cittadino e di ogni cittadina alla cosa pubblica debba essere assicurata.

Onorevole Berlinguer, queste cose le dicono tutti.

Già, ma nessuno dei partiti governativi le fa. Noi comunisti abbiamo sessant'anni di storia alle spalle e abbiamo dimostrato di perseguirle e di farle sul serio. In galera con gli operai ci siamo stati noi; sui monti con i partigiani ci siamo stati noi; nelle borgate con i disoccupati ci siamo stati noi; con le donne, con il proletariato emarginato, con i giovani ci siamo stati noi; alla direzione di certi comuni, di certe regioni, amministrate con onestà, ci siamo stati noi.

Non voi soltanto.

È vero, ma noi soprattutto. E passiamo al terzo punto di diversità. Noi pensiamo che il tipo di sviluppo economico e sociale capitalistico sia causa di gravi distorsioni, di immensi costi e disparità sociali, di enormi sprechi di ricchezza. Non vogliamo seguire i modelli di socialismo che si sono finora realizzati, rifiutiamo una rigida e centralizzata pianificazione dell'economia, pensiamo che il mercato possa mantenere una funzione essenziale, che l'iniziativa individuale sia insostituibile, che l'impresa privata abbia un suo spazio e conservi un suo ruolo importante. Ma siamo convinti che tutte queste realtà, dentro le forme capitalistiche -e soprattutto, oggi, sotto la cappa di piombo del sistema imperniato sulla DC- non funzionano più, e che quindi si possa e si debba discutere in qual modo superare il capitalismo inteso come meccanismo, come sistema, giacché esso, oggi, sta creando masse crescenti di disoccupati, di emarginati, di sfruttati. Sta qui, al fondo, la causa non solo dell'attuale crisi economica, ma di fenomeni di barbarie, del diffondersi della droga, del rifiuto del lavoro, della sfiducia, della noia, della disperazione. È un delitto avere queste idee?

Non trovo grandi differenze rispetto a quanto può pensare un convinto socialdemocratico europeo. Però a lei sembra un'offesa essere paragonato ad un socialdemocratico.

Bè, una differenza sostanziale esiste. La socialdemocrazia (parlo di quella seria, s'intende) si è sempre molto preoccupata degli operai, dei lavoratori sindacalmente organizzati e poco o nulla degli emarginati, dei sottoproletari, delle donne. Infatti, ora che si sono esauriti gli antichi margini di uno sviluppo capitalistico che consentivano una politica socialdemocratica, ora che i problemi che io prima ricordavo sono scoppiati in tutto l'occidente capitalistico, vi sono segni di crisi anche nella socialdemocrazia tedesca e nel laburismo inglese, proprio perché i partiti socialdemocratici si trovano di fronte a realtà per essi finora ignote o da essi ignorate.

Dunque, siete un partito socialista serio...

...nel senso che vogliamo costruire sul serio il socialismo...

Le dispiace, la preoccupa che il PSI lanci segnali verso strati borghesi della società?

No, non mi preoccupa. Ceti medi, borghesia produttiva sono strati importanti del paese e i loro interessi politici ed economici, quando sono legittimi, devono essere adeguatamente difesi e rappresentati. Anche noi lo facciamo. Se questi gruppi sociali trasferiscono una parte dei loro voti verso i partiti laici e verso il PSI, abbandonando la tradizionale tutela democristiana, non c'è che da esserne soddisfatti: ma a una condizione. La condizione è che, con questi nuovi voti, il PSI e i partiti laici dimostrino di saper fare una politica e di attuare un programma che davvero siano di effettivo e profondo mutamento rispetto al passato e rispetto al presente. Se invece si trattasse di un semplice trasferimento di clientele per consolidare, sotto nuove etichette, i vecchi e attuali rapporti tra partiti e Stato, partiti e governo, partiti e società, con i deleteri modi di governare e di amministrare che ne conseguono, allora non vedo di che cosa dovremmo dirci soddisfatti noi e il paese.

Secondo lei, quel mutamento di metodi e di politica c'è o no?

Francamente, no. Lei forse lo vede? La gente se ne accorge? Vada in giro per la Sicilia, ad esempio: vedrà che in gran parte c'è stato un trasferimento di clientele. Non voglio affermare che sempre e dovunque sia così. Ma affermo che socialisti e socialdemocratici non hanno finora dato alcun segno di voler iniziare quella riforma del rapporto tra partiti e istituzioni -che poi non è altro che un corretto ripristino del dettato costituzionale- senza la quale non può cominciare alcun rinnovamento e sanza la quale la questione morale resterà del tutto insoluta.

Lei ha detto varie volte che la questione morale oggi è al centro della questione italiana. Perché?

La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell'amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell'Italia d'oggi, fa tutt'uno con l'occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt'uno con la guerra per bande, fa tutt'uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semmplicemente abbandonati e superati. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano. Ecco perché gli altri partiti possono profare d'essere forze di serio rinnovamento soltanto se aggrediscono in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche. [...] Quel che deve interessare veramente è la sorte del paese. Se si continua in questo modo, in Italia la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi; rischia di soffocare in una palude.

Signor Segretario, in tutto il mondo occidentale si è d'accordo sul fatto che il nemico principale da battere in questo momento sia l'inflazione, e difatti le politiche economiche di tutti i paesi industrializzati puntano a realizzare quell'obiettivo. È anche lei del medesimo parere?

Risponderò nello stesso modo di Mitterand: il principale malanno delle società occidentali è la disoccupazione. I due mali non vanno visti separatamente. L'inflazione è -se vogliamo- l'altro rovescio della medaglia. Bisogna impegnarsi a fondo contro l'una e contro l'altra. Guai a dissociare questa battaglia, guai a pensare, per esempio, che pur di domare l'inflazione si debba pagare il prezzo d'una recessione massiccia e d'una disoccupazione, come già in larga misura sta avvenendo. Ci ritroveremmo tutti in mezzo ad una catastrofe sociale di proporzioni impensabili.

Il PCI, agli inizi del 1977, lanciò la linea dell' "austerità". Non mi pare che il suo appello sia stato accolto con favore dalla classe operaia, dai lavoratori, dagli stessi militanti del partito...

Noi sostenemmo che il consumismo individuale esasperato produce non solo dissipazione di ricchezza e storture produttive, ma anche insoddisfazione, smarrimento, infelicità e che, comunque, la situazione economica dei paesi industializzati -di fronte all'aggravamento del divario, al loro interno, tra zone sviluppate e zone arretrate, e di fronte al risveglio e all'avanzata dei popoli dei paesi ex-coloniali e della loro indipendenza- non consentiva più di assicurare uno sviluppo economico e sociale conservando la "civiltà dei consumi", con tutti i guasti, anche morali, che sono intrinseci ad essa. La diffusione della droga, per esempio, tra i giovani è uno dei segni più gravi di tutto ciò e nessuno se ne dà realmente carico. Ma dicevamo dell'austerità. Fummo i soli a sottolineare la necessità di combattere gli sprechi, accrescere il risparmio, contenere i consumi privati superflui, rallentare la dinamica perversa della spesa pubblica, formare nuove risorse e nuove fonti di lavoro. Dicemmo che anche i lavoratori avrebbero dovuto contribuire per la loro parte a questo sforzo di raddrizzamento dell'economia, ma che l'insieme dei sacrifici doveva essere fatto applicando un principio di rigorosa equità e che avrebbe dovuto avere come obiettivo quello di dare l'avvio ad un diverso tipo di sviluppo e a diversi modi di vita (più parsimoniosi, ma anche più umani). Questo fu il nostro modo di porre il problema dell'austerità e della contemporanea lotta all'inflazione e alla recessione, cioè alla disoccupazione. Precisammo e sviluppammo queste posizioni al nostro XV Congresso del marzo 1979: non fummo ascoltati.

E il costo del lavoro? Le sembra un tema da dimenticare?

Il costo del lavoro va anch'esso affrontato e, nel complesso, contenuto, operando soprattutto sul fronte dell'aumento della produttività. Voglio dirle però con tutta franchezza che quando si chiedono sacrifici al paese e si comincia con il chiederli -come al solito- ai lavoratori, mentre si ha alle spalle una questione come la P2, è assai difficile ricevere ascolto ed essere credibili. Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi. Se questi elementi non ci sono, l'operazione non può riuscire.

«La Repubblica», 28 luglio 1981

venerdì 15 maggio 2009

Video 2. Conferenza stampa di Renzo Bellandi

I video della conferenza stampa del 14 maggio. Presentazione dei principali punti programmatici della lista Sinistra RossoVerde per il Comune di Prato.




Video 1. Conferenza stampa di Lanfranco Nosi

I video della conferenza stampa del 14 maggio. Presentazione dei principali punti programmatici della lista Sinistra RossoVerde per la Provincia di Prato.




Album. la conferenza stampa di Sinistra RossoVerde


Al centro, dietro la bandiera, Lanfranco Nosi (candidato alla presidenza della provincia) e Renzo Bellandi (candidato a sindaco)

Gisberto Gallucci, candidato al consiglio comunale, esponente degli Umanisti


Renzo Bellandi, candidato a sindaco

Comunicato stampa. Sinistra RossoVerde con i Comitati della Piana!

"Sinistra RossoVerde con i Comitati della Piana!"
Prato, 15/05/09

"Aderiamo convintamente alla petizione popolare promossa dal Coordinamento dei Comitati della Piana, sull'emergenza diossine negli alimenti, ed invitiamo tutti i cittadini a sottoscriverla!"
Renzo Bellandi, candidato a sindaco per la Sinistra RossoVerde, esprime così il sostegno della formazione civica di sinistra alla petizione, che verrà lanciata in occasione della visita di Beppe Grillo in città, dei Comitati della Piana.
"La salute dei cittadini deve essere prioritaria, e non è possibile sottovalutare i dati emersi nelle scorse settimane" - continua Bellandi - "È fondamentale quindi intervenire prontamente, attraverso una mappatura ancora più dettagliata dei rischi sul territorio e l'azione sulle possibili fonti."
"La questione della diossina rinvenuta nelle matrici biologiche è di estrema gravità, ed è necessario mettere al corrente i cittadini di questi rischi" - interviene Lanfranco Nosi, candidato alla presidenza della provincia - "Anche solo l'ipotesi, quindi, della costruzione di altri inceneritori, così come l'ampliamento di quello di Montale, deve essere accantonata! Per questo vogliamo rimettere in discussione i protocolli che prevedono l'incenerimento come chiusura del ciclo dei rifiuti!"


Staff Comunicazione
Sinistra RossoVerde
Www.sinistrarossoverde.eu

giovedì 14 maggio 2009

Appello per mobilitazione contro il decreto sicurezza che riguarda l’immigrazione

La Camera dei Deputati ha approvato il primo dei tre maxiemendamenti al disegno di legge in materia di sicurezza, quello che riguarda l’immigrazione. La maggioranza dei Deputati ha approvato norme che introducono il reato di clandestinità per chi entra o soggiorna illegalmente in Italia, che rendono legali le ronde, che vietano alle straniere irregolari senza passaporto di riconoscere i propri figli, che aumentano a sei i mesi di permanenza nei centri d’identificazione ed espulsione. Con l’introduzione del reato di clandestinità, in particolare, tutti gli stranieri senza permesso di soggiorno rischiano di perdere i più semplici diritti fondamentali, come l’iscrizione all’anagrafe dei figli, mandarli a scuola, farsi curare da un medico e la possibilità di sposarsi.Nella speranza che il popolo italiano insorga contro misure definibili, senza alcun dubbio, discriminatorie e xenofobe, io, cittadino della Repubblica Italiana, dichiaro, a chiare lettere e sin da ora, di non riconoscere questi provvedimenti approvati dal Parlamento italianoNon li riconosco perché credo nella Costituzione italiana, la quale, nell’articolo 2, “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo” - e quindi non solo dei cittadini di nazionalità italiana - e dichiara, nell’articolo 3, che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politica, di condizioni personali e sociali”.Non li riconosco perché il governo italiano e la maggioranza parlamentare che lo sostiene, proponendo e approvando tali norme, hanno compiuto un atto di barbarie che, disprezzando i diritti dell’essere umano, offendono la coscienza dell’umanità.Non li riconosco perché ripudio la violenza. Perché ritengo che ogni qualvolta si neghi l’umanità dell’altro, come inevitabilmente succederà con l’applicazione di questo disegno di legge, si sta compiendo un atto di violenza. Non li riconosco perché voglio vivere e voglio scegliere in che condizioni vivere. Perché non è possibile non scegliere: nessuno può evitare di scegliere e la non scelta tra condizioni è comunque una scelta. Non li riconosco perché tutti devono avere il diritto di affermare la propria intenzionalità. Intenzionalità negata, ora, anche per legge da chi, semplicemente perché nato e cresciuto nel benessere, si costituisce a pieno titolo oppressore e discriminatore.Non li riconosco, infine, perché la lotta per l’umanizzazione di questo paese e del mondo e per la liberazione dell’essere umano continuerà, da ora in poi, con più forza. Perché non c’è nulla che obblighi un essere umano ad accettare un altro essere umano al di sopra di sé.

Gisberto Gallucci candidato Umanista per Sinistra Rosso Verde

mercoledì 13 maggio 2009

Candidati. Lucia Mattei


Lucia Mattei, candidata umanista al consiglio comunale di Prato per la Sinistra RossoVerde

Il mio principale desiderio e’ quello di vedere una Prato tranquilla, libera da ogni forma di violenza o discriminazione dove il talento e la creativita’ vengono messi in risalto. Banale, utopico? dite quello che vi pare, ma e’ quello che desidero. Amo con tutto il cuore la mia citta’ perche’ piena di storia e luoghi meravigliosi, campagna metropoli e citta’ d’arte, tutto racchiuso in 99,59 km². Amo Prato da cittadina e da giovane, ci sono molte iniziative e progetti interessanti che la citta’ ci offre, ma sembrano quasi nascosti agli occhi della gente. Il mio desiderio piu’ grande sarebbe quello di creare un’unica rete di informazione per qualsiasi tipo di bisogno; salute, scuola, formazione, divertimento, multiculturalita’. In pochi anni Prato si e’ trovata ad affrontare una crescita smisurata di popolazione e notorieta’, dalle quali pero’ non si e’ fatta forza e sta crollando su se stessa; piccole strade per una ormai grande metropoli, servizi pubblici scarsi e antiquati, trasporti disorganizzati e forti discriminazioni razziali. Deve esistere un Comune e una Provincia che mettono avanti i bisogni dei cittadini, che si preoccupano si, di un’adeguata sanita’, un eccellente istruzione di formazione e avviamento al lavoro, ma anche di garantire un parco tranquillo e cultura accessibile a tutti. Esistono negozi, gallerie d’arte, organizzazioni giovanili, associazioni, campi sportivi, che sembrano dimenticati e vengono offuscati dal terrore della crisi. Abbiamo grandi menti, personaggi di spicco, culture diverse, che potrebbero arricchire la nostra citta’; come valorizzare tutto cio’!? Cercando di abbattere quel muro che ci separa, realizzando che ormai siamo diventati grandi e il mondo moderno e’ arrivato anche qui. Scoprendo sapori, letteratura e storia di coloro che sono arrivati credendo in una Prato sviluppata. Non chiudiamo la porta al futuro, il nostro futuro sta nella citta’ che gia’ abbiamo. Serve la consapevolezza che ci siamo anche noi, forti e potenti come gli altri. E per tutti questi motivi e per i miei desideri, che ho deciso di candidarmi come consigliere comunale con il Partito Umanista nella lista della Sinistra rossoVerde. Perche’ credo fermamente nei diritti umani e nell’intelligenza degli uomini a rispettarli, perche’ sono stanca di vedere deturpata la citta’ che mi ha dato la possibilita’ di diventare cio’ che sono… Una giovane 23enne piena di buoni propositi e convinta di un reale futuro migliore.

Mi chiamo Lucia Mattei nata il 06/09/1986 a Prato, dove vivo tutt’ora con la mia famiglia. Dopo le scuole medie ho deciso di intraprendere una strada diversa, ho frequentato il corso di ‘addetto ai rapporti commerciali’ alla F.i.l (formazione innovazione lavoro) in via Borgovalsugana, gratuitamente, finanziato dal ‘fondo monetario europeo’, dove ho acquisito la competenza per svolgere le mansioni base dell’amministrazione e contabilita’, con stage finale di 7 mesi. Successivamente nel 2002 ho frequentato il corso di pittura alla ’scuola d’arte Leonardo’ in via Giovanni di Gherardo dove ho imparato le tecniche della pittura ad olio, acquerello e disegno dal vivo, con la scuola ho esposto in due occasioni al cassero medievale. Nel 2004 ho vinto una borsa di studio alla ’scuola del cuoio’ di Santa Croce a Firenze, dove mi sono specializzata nella pelletteria artistica e doratura del cuoio. Nel 2005 la necessita’ di lavorare mi ha portato a Gaggio Montano (BO) dove ho lavorato come operaria metalmeccanica all’assemblaggio di macchine da caffe’. L’anno successivo tornata a Prato, mi sono altalenata per 2 anni in vari lavori saltuari: portalettere, impiegata amministrativa, commessa, inscatolatrice di libri… In tutto questo periodo non mi ha mai abbandonato la passione per l’arte, la letteratura, i viaggi e il teatro. Oggi, sono disoccupata dal 21 di Gennaio, arenata nella crisi globale, quindi ho deciso di guardare avanti e rendermi utile per la mia città.

Mattei Lucia candidata Umanista al consiglio comunale di Prato per Sinistra rosso verde

Comunicato stampa. Indebitamento e Minimo Sociale Garantito

"Le recenti notizie sull'aumento delle richieste di prestiti personali in provincia di Prato, e a fini di liquidità, sono sì l'ennesimo segnale della grave crisi economica, ma anche l'evidente dimostrazione della totale assenza di una politica di sostegno del reddito non occasionale!".
Inizia così Lanfranco Nosi, candidato alla presidenza della provincia per Sinistra RossoVerde, per lanciare l'idea dell'istituzione, a livello provinciale, del Minimo Sociale Garantito.
"Partiamo dal presupposto che non possiamo garantire un lavoro, ma possiamo impegnarci per garantire un supporto economico ai cittadini"- continua Nosi -"Si tratta sia di coinvolgere le amministrazioni comunali, sia contribuire con risorse proprie della Provincia, per garantire un intervento continuativo nel tempo ad intergrazione del reddito per chi già ne percepisce uno, così come per garantire un minimo vitale a chi non ne ha, ovviamente in misura diversa"
"Un intervento individuale e correlato alla residenza, che va ben strutturato. Per questo, la proposta parte dall'istituzione di un gruppo di tecnici che entro sei mesi individui le leve fiscali e finanziarie adeguate, all'interno delle politiche di bilancio." Nosi aggiunge poi una caratteristica essenziale:"Anche per poter far fronte ai vincoli di bilancio, oltre che per evitare degenerazioni, il progetto è sensato solo se collegato alla creazione di una sorta di "moneta complementare", o "buono di solidarietà" su modello dello SCEC (la Solidarietà ChE Cammina): l'erogazione dovrà quindi essere in parte in euro, in parte di moneta complementare. Questo vuol dire, per l'amministrazione provinciale, impegnarsi direttamente per la creazione di un "circuito" di economia locale, tema che verrà ulteriormente approfondito nei prossimi giorni."

Staff Comunicazione
Sinistra RossoVerde

domenica 10 maggio 2009

Aggressione squadrista, una sfida a tutta la città.

Sinistra rossoverde condanna con grande fermezza l'episodio avvenuto il giorno 09 maggio presso una gelateria della nostra città, guardando con preoccupazione l'evolversi della spinta eversiva che sta nascendo nel nostro territorio. "Chiedo a tutti i candidati a queste elezioni - afferma Renzo Bellandi, candidato sindaco per la Sinistra rossoverde - di promuovere collegialmente una dimostrazione di grande democrazia dove venga pubblicamente annunciato un impegno di tutti a soffocare sul nascere tale spinta eversiva". "Il fatto - prosegue Bellandi - che l'episodio sia avvenuto il giorno della festa della Polizia dimostra anche che queste persone intendono apertamente sfidare anche lo Stato". "La libertà e la democrazia non hanno colore - incalza Lanfranco Nosi, candidato della Sinistra rossoverde alla presidenza della provincia - per questo chiediamo a tutti gli altri, in maniera collegiale, di indire una manifestazione pubblica che serva a dimostrare che nessun gruppo politico intende avvallare tali manifestazioni che riportano alla mente un triste passato con cui Prato e l'Italia intera ha lottato e che considerano definitivamente chiuso".Renzo Bellandi.Lanfranco Nosi.

GRAZIE A TUTTI !!!

"Sinistra RossoVerde: Grazie di cuore ai cittadini!""E' con soddisfazione che possiamo dire di aver superato il primo grosso ostacolo di fronte a noi!" Inizia così Renzo Bellandi, candidato a sindaco della Sinistra RossoVerde, dopo aver depositato alla segreteria del comune e al Tribunale i moduli con le firme raccolte, che permetterebbero alla lista di partecipare alla prossima tornata amministativa."Anche se prudenza vuole di attendere il verdetto della commissione elettorale, intanto ringraziamo di cuore tutti i cittadini che hanno voluto darci fiducia", continua Bellandi, "nonostante il difficile clima di diffuso scetticismo che domina anche in città.""Finalmente, possiamo dedicarci alla vera campagna elettorale, per poter comunicare le nostre idee ed i nostri programmi" interviene Lanfranco Nosi, candidato alla presidenza della provincia, "e siamo certi che idee come il minimo sociale garantito, il no deciso all'incenerimento, il patto Urbanistica Zero, e tanto altro, possono riscuotere il favore di molti cittadini!""Adesso sta a noi" - prosegue Nosi -"non solo incalzare gli altri candidati su questi come su altri argomenti, sempre siano disposti al confronto, ma soprattutto riuscire, senza grandi mezzi a disposizione e nel rispetto di un principio di necessaria sobrietà, a raggiungere la cittadinanza."Chiosa Bellandi: "Vogliamo infatti, da politici non di professione e che vivono del proprio lavoro, fare una campagna elettorale porta a porta, passo dopo passo: insomma, vogliamo costruire l'alternativa, dal basso, a sinistra!".Staff Comunicazione Sinistra RossoVerdewww.sinistrarossoverde.eu

venerdì 1 maggio 2009

Intervento di Renzo Bellandi a "La Fabbrica del Futuro"

Trascrizione integrale dell'intervento di Renzo Bellandi, candidato a sindaco per la Sinistra RossoVerde, durante l'iniziativa "La Fabbrica del futuro. un incontro con i candidati a sindaco per confrontarsi sui progetti per il futuro di Prato e avviare un percorso di partecipazione dal basso al governo della citta", organizzato dall'associazione Venti di Terra, del 22 aprile scorso.

Vi faccio partecipare subito perché ho da chiedervi una cosa: posso rimanere a sedere? Mi tremano un po’ le gambe, è la prima uscita pubblica che faccio; sono abituato solo a parlare in uno spogliatoio con dodici persone perché faccio l’allenatore. Trovarmi davanti tante persone a questa maniera, sinceramente mi fa tremare un po’ le gambe, sono un essere umano insomma.
La prima cosa che volevo dire .. naturalmente tante liste si stanno presentando, di molte si capisce il senso, di altre un po’ meno. Probabilmente voi vi chiederete perché si presenta questa nuova formazione “SINISTRA ROSSO VERDE”. Bene, innanzi tutto in due parole tento di spiegarlo.

C’è il rosso della sinistra perché è ovvio che sia così, però c’è anche il verde perché in una visione di sinistra crediamo che sia importante e di prospettiva futura il discorso dell’ecologia, non solo visto come inceneritore sì/inceneritore no (anche se è una questione importante), ma soprattutto come un nuovo modo di pensare, un nuovo modo di fare nella vita di tutti i giorni: come prendere un cellulare o non prenderlo, come si può costruire una casa in un modo rispetto ad un altro .. Questo è fondamentalmente il terreno su cui noi vogliamo confrontarci; anche la partecipazione è uno dei terreni principali su cui vogliamo confrontarci. E’ uno dei punti fondamentali del nostro programma.
Crediamo innanzi tutto che la partecipazione debba avere dei principi fondamentali; sono stati detti qui però per semplificare: la trasparenza, l’informazione, il confronto.
Crediamo che la partecipazione sia fondamentale per battere uno dei cancri che si sta annidando, anzi si è già annidato in Italia: il berlusconismo! il berlusconismo visto come personalizzazione della politica: faccio tutto io! ..io sono quasi un dio e tutto il resto è cosa di poco conto. Crediamo invece che i cittadini debbano contare, credo che siamo nella città giusta.
Noi crediamo che Prato possa essere un laboratorio per tutta Italia proprio per la struttura, per la storia che ha avuto questa città; la città multiculturale e multietnica io la vedo come una risorsa non come un problema. Da questo punto di vista si possono sperimentare tante forme di aggregazione, di lavoro, di ecologia, che possono essere prese a esempio in tutta Italia.
Un esempio ci viene dal passato, per quanto riguarda la partecipazione. Nel 1200 Prato oltre ad avere i canonici istituti di giustizia (consiglio degli otto ..) aveva anche i consigli costituiti da cento membri; considerate una città di 10,000 abitanti, come era Prato allora, fate la proporzione .. poi questi 100 membri, che dovevano deliberare, a rotazione venivano cambiati. Quindi Prato è sempre stata particolare fin dalla sua nascita: le altre città erano divise in quartieri, sestieri, Prato era l’unica città d’Italia divisa in ottieri. Quindi abbiamo la possibilità di essere una città che può dare un esempio dal punto di vista partecipativo, perché la storia di Prato dice questo.
Io credo, e non ho una ricetta, che tutti i luoghi siano buoni per fare partecipazione; non ho una ricetta precisa; Da una parte direi che sarebbe giusto istituire un assessorato, dall’altra penso che sarebbe una cosa troppo parziale e forzata. L’unica cosa, però, di cui sono convinto è che ci debba essere una caratterizzazione forte, un ufficio .. bisogna dare ai cittadini una opportunità .. di decidere ..
Mi collego a quello che ha detto prima Carlesi quando faceva le tre fasi dell’ascolto, della valutazione, della decisione. Io come prima fase ne aggiungo una che è quella della proposta, perché senza proposta non ci può essere partecipazione in nessun senso .. Quindi vedo bene .. un ufficio (super partes) .. che valuti le proposte … La cosa che mi ha indignato del TOWN MEETING è stato vedere un tecnico dell’ufficio comunale che fa politica, che prende le difese di un progetto piuttosto che di un altro; questa è la cosa che bisogna combattere veramente .. Riallacciandomi a quello che dicevo prima, .. è necessario .. un comitato di tecnici super partes che possa indicare ai cittadini perché questa cosa si fa, perché questa cosa non si può fare. Secondo me è fondamentale!
Questo è uno dei noccioli della questione: come arrivare a questo io spero di poterlo discutere con tutti voi …. in una città dove ci sono tantissime associazioni, dove il volontariato è presente in maniera forte, dove ci sono 44 comitati (e se ci sono 44 comitati qualche problemino c’è! il fallimento della attuale amministrazione comunale è qui, nel non averli ascoltati!).
C’è chi vede i comitati come elemento distruttivo che tende sempre a dire NO; signori. i comitati, qui a Prato, hanno fatto una cosa egregia che si chiama PATTO PER PRATO. Se si vuole non considerare la propositività di queste persone allora siamo solo miopi. Io credo invece che questi comitati siano una risorsa importante e la denuncia che ha fatto Sanesi, che è del coordinamentro dei comitati, è una denuncia grave, di una città e di una parte politica che è sorda, che è stata sorda fino a questo momento alle esigenze che tanti cittadini proponevano.
L’altra parte politica credo che proprio non ne voglia sentir parlare di partecipazione, perché è nel DNA di queste persone il fatto di dire: io, ci penso io! risolverò tutto io!
Io, se diventerò sindaco, sicuramente non dirò: penso a tutto io. Avrò grosso bisogno di tutta la città, perché comunque stare sul territorio, dappertutto, è impossibile, non posso avere il dono dell’ubiquità. Il parere dei cittadini è una delle priorità che un sindaco dovrebbe avere: in che modo? Costruiamolo insieme!
Questa credo sia una partenza di partecipazione, che non ha mai un arrivo, tra l’altro; per quanto riguarda il percorso dico: decidiamolo insieme!