lunedì 18 gennaio 2010

Le “regole” di Marini? Rileggiamo don Milani, e vediamo quale era, veramente, la situazione pratese!

Le “regole” di Marini? Rileggiamo don Milani, e vediamo quale era, veramente, la situazione pratese!
Nosi: “Il presidente dell’Unione Industriali si esibisce in una fantasiosa ricostruzione storica, che non sta né in cielo né in terra!”


Prato, 19/01/10

“Il presidente dell’Unione Industriali si esibisce in una fantasiosa ricostruzione storica, che non sta né in cielo né in terra!” Queste le parole di Lanfranco Nosi, tra gli animatori di Sinistra RossoVerde ed ex candidato alla presidenza della Provincia, a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal presidente dell’UIP Marini a Il Tirreno.

“Sostenere che quarant’anni fa il ‘pratese operava in un mercato dove le leggi erano uguali per tutti’ è veramente una cosa al limite del ridicolo. Capiamo che si tratta di difendere la ‘categoria’, ma Marini farebbe bene a rileggersi le parole di don Lorenzo Milani sulla condizione di tanti pratesi sfruttati dai loro concittadini!”

"Una marea senza nome e persino senza peso nelle statistiche perché lavora senza libretto. E chi lavora senza libretto non compare negli incartamenti dei grandi e neanche sarà contato dalle macchine che stan strizzando il sugo del censimento del '51. Gente che non esiste, eppure vive e soffre e si ammala e mangia e prende moglie e fa figlioli e s'infortuna e tutto questo senza assicurazione, senza contratto, senza difesa. In una parola: schiava come ai tempi di Nerone, gente senza diritti." Don Lorenzo Milani (Esperienze Pastorali, 1957)


“Vorremmo invitare il presidente degli Industriali pratesi anche a rileggersi le cronache delle lotte sindacali dell’immediato dopoguerra, quando gli operai in sciopero riempivano piazza Duomo per manifestare contro le condizioni di lavoro e salariali.” continua Nosi. “Altro che ‘leggi uguali per tutti’: lo standard era quello ben definito da don Milani. Quello della gente senza diritti, che oggi coinvolge tanti nostri concittadini cinesi”

“Infatti, il problema dell’illegalità nell’imprenditoria ‘etnica’ esiste, e sarebbe folle negare la realtà, ma alla sua soluzione non servono le ricostruzioni falsamente idilliache di una Prato che non è mai stata. Servono molto di più analisi serie, e soprattutto il rafforzamento degli strumenti di controllo, per le aziende cinesi così come per quelle italiane!”

“E meglio sarebbe” conclude Nosi “che l’Unione Industriali si decidesse a varare un codice etico che vincoli i propri associati ad un corretto rapporto con i terzisti, l’anello più debole del sistema pratese. Così come sarebbe meglio si impegnassero per costruire quell’azione di lobby nei confronti delle istituzioni europee per realizzare una vera certificazione delle filiere, piuttosto che appoggiare l’ennesimo regalo alle grandi marche e alle multinazionali della GDS che viene spacciato come tutela del Made in Italy e che porta la firma anche del deputato Lulli.”

Nessun commento:

Posta un commento